di Lorenzo Lombardi
In molte circostanze è possibile dimostrare quanto la storia sia ciclica, per esempio è evidente nei momenti di crisi sociale, economica e anche sanitaria. Quest’ultima epidemia, il Covid-19 , non è certo la prima pandemia che l’umanità si trova ad affrontare e dalla quale l’uomo trarrà degli insegnamenti per migliorare la società in cui vive.
Lorenzo e Enrico Lombardi
I cronisti di tutte le epoche si sono resi testimoni di queste malattie descrivendone il dramma: dalla peste nera, che sterminò un terzo alle popolazione europea tra il 1346 e il 1363, all’influenza spagnola, che tra il 1918 e il 1920 uccise cinquanta milioni di persone, tutte queste pandemie hanno permesso all’umanità di affrontare e di reagire all’emergenza, canalizzando le loro sensazioni nella letteratura, nella musica, più in generale nell’arte.
Molte cose sono cambiate rispetto alle possibilità che aveva la società della seconda metà del Trecento o degli inizi del secolo scorso, ma l’uomo è ancora bersaglio delle proprie paure ed emozioni prima ancora che della malattia; nel 2020 ancora una volta l’umanità deve reagire a un nemico invisibile, un virus mortale, che però può iniziare a essere sconfitto nel momento in cui si rende visibile, per esempio, quando su tutti i canali social vengono pubblicati gli interventi degli storici, dei politici e degli scienziati, oppure attraverso i flash mob che tutti noi abbiamo prodotto dai nostri balconi, ma soprattutto il Coronavirus prende forma negli studi degli artisti di tutto il mondo. L’arte ha questo compito: rendere visibile, quindi più affrontabile, un nemico che per sua natura non lo è affatto.
Come la peste nere della metà del Trecento trovò il suo più ampio sfogo nel Decamerone di Boccaccio e nelle diffusissime raffigurazioni del Trionfo della morte, anche questo morbo, che ha così profondamente cambiato i modi di relazionarsi tra gli esseri umani, nonché le regole con cui abitare il mondo, avrà la sua raffigurazione e sta già costituendo un punto di svolta con cui riaffermare una nuova iconografia nella Storia dell’arte contemporanea. L’arte è il mezzo con cui l’uomo ha sempre scelto di interpretare gli eventi di cui è reso partecipe, questo è il ruolo dell’artista: testimoniare un fatto e metterlo alla portata di tutti, trasmettendolo nel tempo attraverso le emozioni che decide di rappresentare. Tutti noi abbiamo visto comparire vignette a sostegno del duro lavoro dei medici, opere di street art che incitavano la popolazione a rimanere a casa e a combattere le nostre insicurezze e la solitudine: ecco la dimostrazione che è sempre l’arte ad aver il compito di unire un gruppo di persone e di rappresentare, rompendo tutti gli schemi, un disagio, un momento storico, una nazione.
Il Decameron di Boccaccio e il Trionfo della Morte, Raffaello Sorbi
Al giorno d’oggi, l’arte si sta mobilitando per rilanciare un’Italia colpita dal Covid-19. In questa azione gli artisti, i critici, gli attori del mercato, come anche i musei e le istituzioni devono scendere in campo attivamente, salvaguardando e incrementando il nostro immenso patrimonio culturale, con immagini che si impongano come testimonianza del nostro tempo.
Come successe nel Quattrocento, quando gli artisti come Piero della Francesca, scardinarono completamente i criteri tramandati dalla raffigurazione tradizionale, ponendo al centro di uno nuovo spazio divenuto razionale l’uomo considerato la misura di tutte le cose, alla stessa maniera i nostri artisti hanno la responsabilità di creare immagini simbolo del mondo nuovo che nascerà dopo il Coronavirus e di fornire al pubblico tutte le chiavi di lettura per comprenderlo.
Davanti a noi si sta inevitabilmente aprendo un nuovo scenario, un’opportunità straordinaria, che potrà condurre a un Nuovo Rinascimento, in cui le riflessioni che caratterizzarono l’arte del Cinquecento sull’uomo e sul senso del mondo verranno superate da nuove e più moderne interpretazioni, in cui emergerà il senso di responsabilità sociale dell’individuo, indissolubilmente legato alla società di cui fa parte. Questa crisi ha definitivamente provato la necessità di un impegno da parte di tutti, scienziati, politici e artisti, ciascuno nel proprio ambito, per mostrarsi capaci di elaborare una visione costruttiva del presente e un progetto portante per il futuro. In questo l’arte può coinvolgere e unificare, tanto quanto gli artisti possono essere preziosi testimoni del nostro tempo.
Non dimentichiamoci di chi ci ha preceduti in questo intento di ricostruzione e ribaltamento della cultura sociale. In passato, gli artisti francesi (ma non solo francesi), come Jacques-Louis David, hanno dipinto gli eroi della Roma repubblicana per cantare i valori della nuova Francia sorta dalla Rivoluzione; così anche noi, a due secoli di distanza, siamo giunti alla medesima necessità di cambiamento, un punto di svolta, dettato questa volta non dall’azione dell’uomo, ma da una causa di portata planetaria, che pone tutti nella terribile condizione di vivere un epoca di profonda difficoltà, ma anche di poter partecipare a un momento eccezionale della storia dell’Italia e del Mondo. Per questo motivo, ora più che mai sarà l’arte a traghettarci fuori da questa situazione di crisi. Sarà forse questo fermento a condurci a una rivoluzione, di certo sarà per l’arte italiana un Nuovo Rinascimento.
Giuseppe Barilaro, Nuovo Rinascimento, 2020, Combustione su compensato, cm 35x50