di Francesco Tamburrino
Pedagogista-Phd

“Non so chi mi ha ucciso
portatemi a casa,
i contadini con me…”
Rocco Scotellaro
(Per un giovane amico assassinato)


L’invito da parte del Prof. Agostino Bagnato a scrivere sul poeta lucano, Rocco Scotellaro ha suscitato in me diverse reazioni: la prima, il timore di scrivere le solite banalità su una personalità che ancora oggi viene ricordata come “Poeta della libertà contadina”; poi ancora l’ansia di essere impreparato a scrivere, per mancati studi approfonditi sul lucano Scotellaro. Tuttavia le mie origini lucane e la mia posizione di dottorando hanno stimolato anche la mia curiosità nonché la mia inappagabile brama di cultura, spingendomi a studiare questo prezioso scrittore lucano, consegnando così un prodotto nuovo e completo che mira ad approfondire la Pedagogia che Scotellaro ha diffuso nella sua breve, ma intensa vita.


Immagini della campagna lucana

Nato a Tricarico nell’aprile del 1923 e di umili origini, Scotellaro vive una vita, per così dire, al pari del suo mondo “sospesa tra tradizioni e modernità”. L’esperienza di scrittore e di politico del poeta lucano fu variamente intensa per esaltarlo o denigrarlo a seconda dei gusti e degli interessi contingenti. In verità è stato trascurato il valore umano e culturale di un contadino, che voleva riscattare il suo mondo e la sua gente senza compromessi e senza mediazioni per differenza atavica e per scelta individuale.
Fu probabilmente la scomparsa precoce, nel 1953 a soli trent’anni, a esaltarne la figura e crearne i presupposti per farlo divenire oggetto di studio, ma più verosimilmente fu la congiuntura storica del secondo dopoguerra, con l’annessa questione contadina e meridionale in genere, a stabilirne la particolare importanza nelle storie letterarie.
Nella sua opera Scuole di Basilicata (inchiesta), pubblicata postuma, si profila un interessante campo di lavoro: l’approfondimento della ricerca sulla identità della scuola di Basilicata, che rappresenterebbe anche un contributo all’attenuazione degli effetti perversi dell’obsolescenza della memoria storica, caratteristica frequente dell’oggi e non solo della nostra realtà. Nelle prime pagine dell’opera sopra menzionata si legge: “È stato chiarito dalla letteratura competente il diretto rapporto che intercorre fra istruzione elementare ed analfabetismo, sicchè per individuarne le vicende non è possibile tenere distinti fra loro i due fenomeni”. Viene spiegato che: per i legami che vengono messi in evidenza – solo che si richiamino gli studi, le inchieste, le attività varie delle Associazioni e l’azione dello Stato come Ministero dell’Istruzione – anche le provvidenze che si propongono riguardano, in complesso, tutte le scuole, dal grado preparatorio alle scuole elementari, dalla scuola rurale ai centri di cultura popolare.1


Nel paesaggio lucano si susseguono vaste aree coltivate, picoli borghi e zone sormontate da pale eoliche

Alcuni dati: Al principio del secolo si era già pervenuti ad una situazione nettamente progredita rispetto a quella del periodo unitario, in cui l’insegnamento era ancora impartito da docenti ecclesiastici e da laici sprovvisti di diploma (in Basilicata, nell’anno scilastico 1869-70, 240 insegnanti avevano la patente definitiva, 186 quella provvisoria).
Il provvedimento legislativo dell’obbligo scolastico (1887) e le svariate leggi del ’78, dell’88, del 1900 e del 1906, dirette alla concessione di mutui e sussidi per l’edilizia scolastica, influirono certamente a migliorare la situazione: la massa degli alunni da 10.198 nel 1862-63 sale a 25.000 nel 1895-96, a 27.882 nell’anno 1907-8; e il numero delle scuole di 386, fra pubbliche e private, nel 1862-63, sale a 631 nel 1907-8. Il susseguirsi del miglioramento di alcune leggi per l’obbligo scolastico e per l’istituzione di corsi serali e festivi: la legge Casati (1859), che prevedeva il corso scolastico di due anni nei Comuni che non avessero scuole secondarie, fu modificata dalla legge del 1877, che estendeva a 3 anni la durata del corso scolastico nei Comuni minori e istituiva un corso annuale di scuole serali e festive, affidate ai Comuni, e però non obbligatorie, per gli alunni che avessero ultimato le scuole elementari.
Bisognerà arrivare alla legge così detta Orlando, del 1904, perché, dopo gli incerti regolamenti del 1888 e del 1895, risultati inefficienti, fosse riordinata la materia legislativa scolastica, dettato l’obbligo della frequenza fino ai 12 anni e impostato il problema dell’educazione degli adulti analfabeti e semianalfabeti; per i quali, ben 3000 scuole serali e festive furono istituite, gravandosi lo Stato dell’onere relativo, che finora era stato assunto dai Comuni.2


Una veduta dei "Sassi" di Matera. Uno dei gioielli della regione

Un’altro tema importante che viene esaminato nel testo sono le condizioni generali dell’infanzia e viene rilevato che: la persistenza del fenomeno dell’analfabetismo in Basilicata, nella grave misura denunciata, non può essere riportata soltanto alle deficienze scolastiche ora illustrate. Cause molto più profonde continuerebbero a determinarla. Queste ragioni vanno ricercate nelle condizioni generali di vita e nelle depresse condizioni economiche dell’intera popolazione. La scuola in Basilicata, perciò, non ha soltanto la funzione di fornire il suo specifico servizio in forma adeguata, ma anche quella di assicurare le condizioni di elementare assistenza all’infanzia, tali da permettere, almeno in parte, il superamento degli ostacoli più resistenti, quali emergono dalle brevi note che seguono: Abitazioni, Alimentazione, Stato sanitario e malattie più diffuse, il problema dei minorati psichici, Servizio medico scolastico e forme di assistenza, Istituti di ricovero di minori senza tutela.3


Rocco Scotellaro (Tricarico, 19 aprile 1923 – Portici, 15 dicembre 1953)

A conclusione di questo articolo, un flash back mi riporta nell’URSS degli anni Venti e Trenta, dove parlando di pedagogia è impensabile non citare Anton Semënovič Makarenko (1888-1939), pedagogo e scrittore, autore di numerose opere, romanzi e poemi, l’opera più significativa risulta essere il Poema pedagogico (scritto nel 1930, ma pubblicato nel 1932). Ma perché questo flash back? Vi sono analogie che legano il poeta lucano al pedagogista sovietico, tanto per cominciare è possibile affermare che i contadini di Scotellaro sono i besprizornye (bambini e ragazzi senza tutela) di Makarenko, e ancora, entrambi muoiono giovani soprafatti dal volere del potere.

Oppido Lucano, 28.02.2023

1 Rocco Scotellaro, Scuole di Basilicata, Napoli, RCE edizioni,1999.
2 Rocco Scotellaro, op. cit., pp. 7-9.
3 Rocco Scotellaro, op. cit., pp. 30-35.

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