La storica galleria Lombardi di Roma ospita il giovane artista calabrese Giuseppe Barilaro, presentato in catalogo dal critico e storico dell’arte Lorenzo Canova. La Memoria del Rosso è il titolo di questa preziosa rassegna che ospita dipinti e sculture di questo artista emergente formatosi all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. La fonte d’ispirazione è Alberto Burri con rimandi all’astrattismo francese degli anni Cinquanta e Sessanta, ma l’elaborazione di Barilaro è personalissima e originale. Infatti, egli sta riuscendo ad affrancarsi da Burri e dai francesi, facendo leva sulle forme adottate e sull’impiego appropriato dei materiali di supporto proprio per esaltare il colore e il suo dinamismo. Combustioni e plastiche sono un rimando, quasi citazioni dotte delle avanguardie europee del secondo dopoguerra. Si veda Autoritratto, dove la profilatura del capo è data da una colata di rosso sulla campitura offerta da una tavoletta di compensato. Forse c’è qualche eccesso di intellettualismo in queste opere pittoriche e nelle sculture, che emerge e si riscontra più che altro dalla tecnica compositiva più che dalla volontà dell’autore. Infatti, la qualità del gesto non trasmette vezzi edonistici o distacchi fondativi. Il quadro d’insieme evidenzia un percorso originale che sostanzia forme proprie, anche se la citazione dell’esistente traspare evidente, non creando nessun fastidio di «già visto».
Giuseppe Barilaro è molto giovane e potrà sicuramente accumulare esperienze ravvicinate per solidificare il proprio messaggio nell’Informale e nell’Astrattismo contemporanei. Lorenzo Canova scrive a proposito dell’universo artistico che circonda e alimenta la creazione del giovane: «In questo modo, Barilaro dialoga con il sentimento originario dell’Informale, scaturito dai frantumi di un’Europa devastata dalla guerra e pronta a rinascere dalle proprie macerie, lavorando sui detriti del mondo attuale, agendo con forza sulle rovine di una memoria contemporanea svuotata di ricordi e di significato, grazie a una pittura che vuole ritrovare il proprio ruolo storico in un mondo che sembra spesso volerla emarginare a un’attività oramai obsoleta e priva di penetrazione nel contesto presente». Ed ecco che in questo vasto areale l’artista trova l’artiglio tagliente per intaccare le solidificate rovine dell’avanguardia e rinnovarne la vita e la forma nella modernità data dalla cultura dell’oggi. Di conseguenza, Canova ha fatto bene a dare fiducia al giovane artista calabrese presentandone la mostra ed ha fatto altrettanto bene la galleria Lombardi ad aprire le porte dello spazio di Via Monte Giordano nel cuore di Roma ed ospitare questo prezioso evento.
Barilaro testimonia la propria audacia e nello stesso tempo l’ambizione del fare, non ritenendosi sicuramente pago dei risultati ottenuti. Nel confronto con il pubblico e la critica saprà trovare stimoli e suggestioni per proseguire il suo cammino, continuando a studiare il mondo vorticoso e insidioso che lo circonda e che caratterizza l’arte contemporanea.
Agostino Bagnato
Roma, 27 novembre 2017