Alessandro Kokocinski nello studio di Tuscania, 2012
Se ne è andato un grande artista e prima ancora un autentico figlio del suo tempo tempestoso che egli ha saputo ingentilire e rendere sognante. E’ difficile parlare di Alessandro Kokocinski adesso che ha deciso di tornare nel cosmo, a farsi parte della Natura, quella sterminata delle pianure russe e polacche delle sue origini, delle foreste e della pampa argentine o dei villaggi Guarany e poi delle città storiche italiane o tedesche fino a quelle Oriente arcano per posare fervido e quieto fra le pietre della Tuscia etrusca dove la vita si stempera in ombre eterne.
Alessandro Kokocinski nello studio di Tuscania con Massimo Luccioli e Armida Corridori
Alessandro Kokocinski ha vissuto intensamente il tempo donatogli dalle stelle, prima come artista girovago nell’America latina che gli ha dato l’inconfondibile cedenza del siglo de oro tra impercettibili notazioni slave e poi nella formidabile ascesa come pittore, scultore, scenografo, soggettista, autore teatrale. Ogni sua esperienza nasce dalle emozioni che la materia invera in espressioni di potente originalità, sempre soffuse di poesia, uno spirito divino, uno pneuma che solleva al cielo qualsiasi soggetto, a cominciare dalla sofferta innocenza dei clown, delle maschere, dei giocolieri o del tragico destino delle vittime delle tragedia del Novecento come quelle di ogni tempo.
Alessandro Kokocinski nello studio di Tuscania in compagnia di Agostino Bagnato, Armida Corridori, Massimo Luccioli
Ma c’è un lato del carattere di Kokocinski che è grande quanto la sua arte, ovvero la disponibilità e l’umiltà nel darsi agli altri, nel partecipare a iniziative culturali, a sostenere chi rimane indietro, a mettersi sempre in discussione. Il suo studio a Tuscania, nella chiesa altomedievale di tufo marrone, è un luogo d’incontro in cui la storia del Novecento dialoga con la cultura e i tanti linguaggi artistici, a cominciare dalla sperimentazione nell’uso dei materiali, in cui le installazioni sembrano librarsi nel vuoto per farsi aria, pneuma nel senso greco, e in cui ogni cosa di quest’uomo senza patria ma che è l’espressione della Natura e del mondo naturale nel suo divenire, del viaggio terreno per conoscere ciò che si è, per fare dell’Essere la carta d’identità della propria coscienza.
Alessandro Kokocinski ha scavato un solco profondo nella cultura italiana e internazionale, lievitando con l’esperienza della vita che si fa sapere e sapienza, elevandosi da autodidatta alle vette dell’arte per questo sostrato universalistico di cui è fatto l’uomo Kokocisnki, elevandosi appunto sui campi ristretti delle culture nazionali e dell’arrocco individualistico.
Questa grande lezione di vita e di arte, non replicabile facilmente, rappresenta un lascito spirituale di cui Alessandro andrà sempre fiero.
Agostino Bagnato
Roma, 13 dicembre 2017