Comunicato stampa
Il Centro Studi d'Arte - Archivio Vinicio Berti, attivo dal 2017, in occasione dei 100 anni dalla nascita di Vinicio Berti (Scandicci – FI, 6 giugno 1921- Firenze, 18 settembre 1991) ha istituito il Comitato Celebrativo del centenario della nascita dell’artista, presieduto da Claudio Crescentini, con il fine di organizzare manifestazioni ed eventi culturali su tutto il territorio nazionale e all’estero, oltre a iniziative volte allo studio, la promozione e la valorizzazione scientifica delle opere e dell'attività pittorica e fumettistica di Vinicio Berti.

Il Comitato Celebrativo è così costituito:

  • Giorgio Bacci, Docente, Università di Firenze;
  • Luca Massimo Barbero, Direttore, Istituto di Storia dell’Arte, Fondazione Giorgio Cini, Venezia;
  • Luca Bellingeri, Direttore, Biblioteca Nazionale, Firenze / Direttore ad interim Biblioteca Marucelliana, Firenze;
  • Rossana Buono, Docente, Università Tor Vergata, Roma;
  • Ennio Calabria, artista;
  • Marcello Ciccuto, Docente, Università di Pisa;
  • Riccardo Ferrucci, Critico d’arte, Regione Toscana;
  • Gabriele Simongini, Docente, Accademia Belle Arti, Frosinone;
  • Roberto Sottile, Direttore artistico, Centro Sudi d’Arte Archivio Vinicio Berti / Responsabile artistico, Museo del Presente, Rende;
  • Claudio Strinati, Storico dell’arte, già Soprintendente per il Polo Museale Romano;
  • Claudio Verna, artista.

Il Comitato Celebrativo, fra le sue prime attività, ha in corso la programmazione della mostra itinerante VINICIO BERTI ANTAGONISTA CONTINUO, a cura di Claudio Crescentini e Roberto Sottile, che di volta in volta si arricchirà, nelle varie sedi sul territorio nazionale, così come nelle sedi estere, di opere e documentazione inedite.
Fra i musei già individuati, Galleria d’Arte Moderna di Roma (settembre-novembre 2021) e Museo del Presente di Rende (CS) (dicembre 2021 – gennaio 2022).  In corso di definizione, per il 2022, le sedi espositive di Firenze, Milano, Mosca e altre da individuare. Un unico catalogo accompagnerà la mostra nelle varie sedi, con pubblicate tutte le opere e i documenti esposti, oltre a saggi scientifici inediti sull’artista redatti da studiosi del settore.
Inoltre Il Comitato Celebrativo ha previsto l’affidamento di una serie di tesi di laurea specialistiche, su vai argomenti e tematiche bertiane, realizzate da giovani laureandi e/o specializzandi dell’Università di Firenze, di Roma Tor Vergata e di Accademie di Belle Arti statali, in modo da approfondire nuovi temi d’indagine sull’artista da parte delle future generazioni di studiosi.

Per tutto il biennio 2021-2022 saranno realizzati eventi social e di comunicazione che si andranno a sviluppare grazie alla collaborazione con Roma Centro Mostre, da oltre venti anni organizzatrice e promotrice di eventi culturali e artistici, che gestirà anche la segreteria organizzativa del Comitato stesso. Mentre nel 2022 sarà pubblicato il primo Catalogo Generale delle opere dell’artista fiorentino.
Tra le iniziative del Centenario Celebrativo anche il recupero e restauro digitale del documentario d'arte VINICIO BERTI 70 ANNI DI PITTURA CONTRO (11'22", colore, 2002) prodotto dall'Archivio Vinicio Berti – Firenze, dal Centro Internazionale Antinoo per l'arte - Centro Documentazione Margherite Yourcenar", con il rimixaggio di alcune importanti interviste dell’artista e un intervento inedito della vedova Maria Pia (Liberia) Pini.

Già attivo il sito www.archiviovinicioberti.it dove sarà possibile reperire informazioni dettagliate sulle iniziative dell’Archivio così come del Centenario Celebrativo.

Ufficio stampa
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VINICIO BERTI - scheda biografica
Vinicio Berti è uno dei primi pittori italiani ad aderire all'astrattismo, oltre che a esserne al tempo stesso teorico. Impegnato anche come illustratore e autore di fumetti di grande diffusione europea, Berti proviene da studi tecnico-industriali e artistici. Da giovane compie varie esperienze pittoriche formative approdando a una rappresentazione dal forte segno espressionista, su soggetti d'istanza realista. Sulla scia della pittura del giovane Van Gogh e dell'Espressionismo tedesco. Al 1942 il suo esordio con opere appunto di carattere realista-espressionista, mediante le quali avvia la sua partecipazione al movimento di rinnovamento dell'arte contemporanea italiana.
Le sue prime opere importanti, in questo stile, sono realizzate proprio nel '42 a Banne, nei pressi di Trieste, località dove Berti presta servizio militare. La critica definì    la sua pittura  per  la  crudezza   espressa  nei disegni   esposti, “Realismo di guerra”.
Nel 1945 fonda con altri giovani artisti e intellettuali comunisti - Brunetti, Farulli, Nativi e il poeta Caverni - la rivista “Torrente”. Si tratta di un'esperienza esaurita dopo pochi numeri ma dalla quale si formano nuove intese e prospettive che, nel ’46, insieme ad un allargato gruppo di artisti, lo vedono al timone della nascita del movimento "Arte d’oggi" che fonderà anche una propria rivista omonima.
In particolare con Nativi, Bozzolini, Monnini, Bunetti e Lardera forma, proprio all’interno di "Arte d’oggi", una sorta di ala oltranzista comunista sempre più sostenitrice delle istanze dell'astratto. Un passo che Berti compie nel 1947, dopo studi sulla pittura cubo-futurista e sul dinamismo boccioniano, applicato alla scomposizione picassiana, con la realizzazione di  Composizione verticale   e  Simbolo, fra le prime opere non-figurative nel panorama della nuova generazione artistica italiana post-bellica.
Con Brunetti, Monnini e Nativi vengono reinterpretate le varie dialettiche figurative, di pari passo alla promozione di un’attività espositiva che porta l’astrattismo fiorentino – al quale si é poi convertito anche Nuti – al dialogo con le neo-avanguardie nazionali e alla formazione del gruppo "Astrattismo classico". Da qui l'artista inizia a costituire una solida rete di rapporti, amicizie e sodalizi artistici che vanno da Mario De Micheli, Gillo Dorfles e gli artisti del MAC, Perilli e Dorazio di Forma 1 a Vedova, di cui Berti é amico e confidente, e Soldati.
Nel 1950, dopo una collettiva alla Galleria Vigna Nuova, viene pubblicato il "Manifesto dell’Astrattismo Classico" che anticipa lo scioglimento del gruppo stesso. In questo periodo  Berti decide di proseguire la sua ricerca verso un astrattismo di tipo costruttivo, guardando alle  teorie di Malevič e  al Costruttivismo sovietico.
Nel ’59 espone alla VIII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni, e nel ’63 vince Il Fiorino di Firenze.
Fra i punti di riferimento di Berti troviamo Fiamma Vigo della Galleria Numero, con la quale instaura un vero  sodalizio  intellettuale.  Così come, in maniera più formale, con Palma Bucarelli tramite la quale entra,  con  una  sua  opera nella  collezione delle neo-avanguardie del secondo Novecento della Galleria Nazionale  d'arte moderna e contemporanea di Roma.
Altro protagonista del consolidamento culturale di Berti é Toti Scialoja con il quale l'artista ha tenuto però rapporti discontinui ma profondi, anche grazie alla comune amicizia di Marcello Argilli, scrittore e sperimentatore di molteplici forme di narrativa per ragazzi,  il  quale  insieme  a Gianni Rodari, altro  amico di Berti, redige il famoso settimanale per ragazzi “Il Pioniere”, al quale Vinicio collaborò per lungo tempo.
Dal punto di vista pittorico sono anni in cui nascono le tesi "d'ampliamento", come lo stesso Berti le definisce, del suo astrattismo, con i cicli Espansione dell’Astrattismo classico e Cittadelle ostili, dove il riferimento all'"ostilità" è verso, appunto, quella espressa dagli ambienti intellettuali e culturali nazionali rispetto all'evolversi della pittura astratta e del suo contesto politico che vede Berti su posizioni – decisamente avversate dal Partito Comunista Italiano di cui faceva attivamente parte  – di anti-Realismo  sociale  e contro  la  pittura "emozionale". Si tratta di una teoria che Berti ha sempre ribadito durante la sua carriera artistica e che, per certi momenti, ha condiviso con altri artisti, come ad esempio Burri e Corpora, con i quali ha intrattenuto molti rapporti.
Nella pittura di Berti continuano a susseguirsi nuove serie teoriche oltre che di produzione pittorica, come nel caso di Cittadelle della Resistenza e Realtà antagonista, con la realizzazione di tele dove il concetto storico di "Resistenza" é abbinato a quello di "Antagonismo", contro le storture del capitalismo e lo sfruttamento mondiale del proletariato. Temi che si vanno direttamente ad associare con le lotte e le rivendicazioni operaie e comuniste degli anni Settanta in Italia. In questo decennio l’artista introduce  nella  sua  pittura il  tema  “Visione  verso  l’alto" e, dalla seconda metà degli anni Settanta la serie Guardare in alto, con la quale Berti sottolinea una fervida speranza di riscatto che assorbe totalmente la sua pittura per tutti gli anni Ottanta, alle ultimissime opere del biennio 1990-91.
Dagli anni Trenta in poi Berti si è anche dedicato con passione alla fumettistica per ragazzi, all'inizio, durante il Regime Fascista, su tipologie e personaggi tipicamente legati alla cultura americana, in un periodo non vista di buon occhio, e poi creando personaggi ex-novo che nel  tempo sono  diventati un  vero  e  proprio alter ego di Berti stesso. Come Chiodino, Atomino e Sgorbio, conosciuti in tutto il mondo e tradotti in oltre 15  lingue, tra  cui  uruguaiano, finlandese,  russo,  estone e  cinese.
Molto di questo materiale è stato esposto in maniera  unitaria  e  complessiva nelle mostre postume  tenute alla Galleria  La  Soffitta  di Sesto Fiorentino (1995), introdotta  da  un  sentito elogio storico  di  Sergio  Staino che considera Berti come uno dei suoi maestri,  e  alla  Biblioteca  Marucelliana di Firenze  (2000).
Personale  e  politica  la  sua  rivisitazione  di Pinocchio, da Berti trasformato in fumetto già nel 1947 sulle pagine della "Toscana Nuova". Su questo   personaggio “riletto” da Berti ricordiamo  in particolare la grande mostra postuma, allestita negli Stabilimenti cinematografici Spitfire a Papigno di Terni (2002), dove le opere che l’artista ha dedicato al burattino di Collodi colloquiano perfettamente con le scenografie di Danilo Donati per il film Pinocchio di Roberto Benigni  che  partecipa e apre l'evento  con  la  proiezione in prima mondiale del suo film.
Nel 1991 l'artista muore a Firenze.
Nel 1992 per volere e impulso della vedova nasce l'Archivio Vinicio Berti - Firenze, diretto dal 1993 al 2001 da Maria Pia Liberia Pini e Claudio Crescentini, con sede nell'ex-Convento di San Barnaba in via Panicale 9, angolo via Guelfa, adiacente alla Basilica di San Lorenzo, già studio dell'artista. Uno stabile storico, precedentemente residenza di pittori fiorentini dell'Ottocento, di recente restaurato e trasformato in "L'Attico del Berti".
L'Archivio Vinicio Berti - Firenze, puntando sempre sulla valorizzazione scientifica delle opere e dell'attività pittorica dell'artista, negli anni ha realizzato importanti attività espositive ed editoriali, fra le quali una serie di mostre retrospettive [Trento, Museo Caproni, 1997; Roma, Palazzo delle Esposizioni, 1998; Roma, Archivio Centrale dello Stato, 2000; Firenze, Biblioteca Marucelliana, 2000; Papigno di Terni, Stabilimenti Cinematografici Spitfire, 2002; Firenze,  Palazzo Vecchio, 2003, ecc.], oltre a un Convegno di Studi interdisciplinari, con pubblicazione dei relativi Atti, realizzato  a Roma, Palazzo  Senatorio, e introdotto dal Sindaco Walter Veltroni (settembre 2006).
L'archivio ha altresì promosso la pratica della donazione ad enti pubblici di opere dell’artista [Archivio Centrale dello Stato, Roma; Biblioteca Marucelliana, Firenze; Città di Viareggio (LU); Comune di Prato, Palazzo Pretorio; Fondazione Nazionale Carlo Collodi, Collodi (PT); MAON Museo dell’Otto-Novecento, Rende (CS); Museo Caproni, Trento; Museo dell'Arte del Novecento, Villa Recanatico Martini, Monsummano Terme (PT), ecc.], oltre a promuovere e sostenere la proposta d'intitolazione  all’artista  di  una nuova piazza di  Roma, poi realizzata dall’amministrazione capitolina.

Per  lascito  testamentario della  vedova Maria Pia Liberia Pini († 2012), tutte le  opere  presenti  nello  studio  dell'artista sono state acquisite dal Comune di Firenze. Un corpus imponente composto da 598 opere, oltre ai diari dal 1947 al ’91, schizzi, bozzetti, disegni e manifesti di sua produzione. Per tale materiale artistico, già catalogo dall’amministrazione comunale, nel 2019 è stata avviata la procedura negoziata per l’affidamento dei lavori di restauro e manutenzione di 70 dipinti del lascito.
Nel 2017 è stato riorganizzato e ricostituito, su iniziativa di alcuni studiosi del settore, l’archivio dedicato all’artista, denominato Centro Studi d'Arte - Archivio Vinicio Berti, con l'apertura recente di un sito dedicato www.archiviovinicioberti.it e la consulenza scientifica onorifica di Claudio Crescentini che per anni ha co-diretto il primo archivio Berti. Il "rinnovato" Archivio non possiede opere ma è esclusivo luogo di studio e di ricerca scientifica, il cui patrimonio consiste nella raccolta e catalogazione della documentazione relativa alle opere dell’artista.
Fra le altre importanti mostre postume realizzate sull’opera di Vinicio Berti, si ricordano: 2014, Viareggio, Galleria d’Arte Moderna e contemporanea, Vinicio Berti. Opere 1973/1990; 2000, Firenze, Centro d’arte Spaziotempo, Dipinti e disegni 1940/1991; 2003, Milano, Museo della Permanente, Pittura totale 1940-1991; 2011, Firenze, Frittelli Arte Contemporanea, Guardare in alto; 2020, Bratislava, Galéria mesta, Pálffyho palác, Panská.
Opere di Berti sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private internazionali, fra le quali ricordiamo: Archivio Centrale dello Stato, Roma; Galleria Comunale d'Arte Moderna, Firenze; Galleria degli Uffizi, Firenze; Galleria Nazionale d'Arte moderna e contemporanea, Roma; Museo Caproni, Trento; Museo d'Arte moderna, Rio de Janeiro, (Brasile); Museo d'Arte moderna, San Paolo (Brasile); Museo dell'Arte moderna, San Gimignano (SI); Museum of Art, New York (USA); Museo della Resistenza, Trezzo sull'Adda (MI); Museo storico della Resistenza, Sant'Anna di Stazzema. Oltre che nella prestigiosa Collezione Arte Farnesina, visibile presso la sede del Ministero degli Affari Esteri a Roma.

 © ROMA CENTRO MOSTRE

 

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