di Agostino Bagnato

Apprendo con sgomento della scomparsa di Gianfranco Baruchello, uno dei più importanti artisti contemporanei. Nato nel 1924 a Livorno, in una agiata famiglia di imprenditori, aveva lasciato la professione forense per dedicarsi alle arti visive, nel clima Nouveau Dada del tempo, attività che intensifico' dopo il lungo soggiorno americano all'inizio degli anni Sessanta. L'amicizia con Marcel Duchamp e con Salvador Dalì, proseguita dopo il ritorno in Europa del gruppo, rafforzo' l'interesse per il Surrealismo, facendo di Baruchello uno dei protagonisti della comunità artistica.
L'esperienza dell'Agricola Cornelia a Prima Porta, è stato il primo grande esempio di arte totale, superando lo stesso Joseph Beuys. In quell'ambito ho avuto modo di conoscerlo alla fine degli anni Settanta e di essere onorato della sua amicizia.


Gianfranco Baruchello (1924-2023)

Ho seguito così la nascita della Fondazione Baruchello che ho frequentato come giornalista e studioso di agricoltura, fino alla metà dell'ultimo decennio del Duemila. Il passare del tempo allenta le occasioni di incontri, ma rafforza in me il sentimento di gratitudine che provo per questo grande uomo e artista, uomo di grande cultura e sentimento pieno della propria epoca.


Gianfranco Baruchello, 1994, cm 21x30

Addio, Gianfranco! Tornerò presto a parlare di te.

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