Come si fa nel caso di una celebrità internazionale del livello di Vladimir Vasil’ev a celebrare il compleanno? Una festa, un ricevimento, una cena? Niente di tutto questo. Il grande artista russo, ballerino, coreografo, pittore e poeta prende in mano l’organizzazione della cerimonia e la trasforma in un vero e proprio evento culturale. Non è narcisismo, autocelebrazione, ostentazione di sé, quanto offrire una grande opportunità per un pubblico selezionato partendo da sé. Perché la sua storia personale, artistica e culturale, la grandezza dei risultati conseguiti sulla scena, l’esempio di un uomo che ha dedicato l’intera esistenza al suo Paese e alla danza in tutto il mondo, gli consentono di svolgere un ruolo pedagogico facendo spettacolo anche in occasione di una festa di compleanno.
E così da qualche tempo. Ed è stato così anche per il 2015, in occasione del 75° compleanno. Il 18 aprile, data in cui ricade la nascita del maestro, l’evento è avvenuto a Mosca, al teatro Bol’šoj. Evento memorabile, raccontato dai mezzi di comunicazione di massa con notevole evidenza. A Roma, dove Vladimir Vasil’ev è di casa, ha deciso di celebrare il compleanno qualche settimana dopo. Giovedì 14 maggio ha così incontrato amici ed ammiratori presso il Centro Russo di Scienze e Cultura, sotto il patrocinio dell’Ambasciata di Russia presso la Santa Sede.
Ed ecco la manifestazione nel suo carattere interdisciplinare e multisettoriale a dare la complessità e la completezza dell’uomo e dell’artista, tutto condotto con magica leggerezza e fluidità, come in un balletto classico. Un lungo video ha presentato i momenti più importanti della sua storica carriera, iniziata nel 1958 al teatro Bol’šoj a fianco di Galina Ulanova e proseguita in maniera strepitosa con le magistrali interpretazioni dei più importanti ruoli ballettistici classici e contemporanei, molto spesso a fianco della moglie Ekaterina Maksimova, scomparsa qualche tempo fa, nei teatri di tutto il mondo. La lettura di alcune delle ultime poesie tratte dal volume Meždu da i net (Tra il sì e il no) da parte dello stesso autore, in cui al tono caldo e modulato della voce si è accompagnato il pacato gesto della mano nell’offerta della parola misurata nella sonorità miracolosa della lingua russa. La presentazione di acquerelli, disegni, dipinti ad olio su tela esposti nelle tre sale del Centro è stato il rovescio della medaglia o il completamento della serata, se così può dirsi. Perché la pittura di Vasil’ev è di tutto rispetto e rappresenta una vera e propria sorpresa. Se ne era avuto un primo sentore, sempre a Roma, nel 2010 presso il Complesso del Vittoriano al Quirinale, allorquando alcuni paesaggi del maestro sono stati presentati alla mostra in occasione dei cento anni della morte di Lev Tolstoj, curata dall’Associazione Culturale “L’albatros”.
Mattatore della serata è stato lo stesso Vasil’ev, impeccabile nella sua semplice mise pantaloni e maglietta di colore nero, capelli biondi e barba ben curati. Ma alla simpatia e alla professionalità si è accompagnata la grande capacità di dominare la scena, qualsiasi scena. Così il salone di rappresentanza di Palazzo Aldobrandini-Santacroce, affollato fino all’inverosimile, si è trasformato magicamente in una boite de sortilège.
Irina Antonova, storica direttrice del Museo di Arte Contemporanea Puškin di Mosca, ha parlato della pittura di Vasil’ev e ne ha sottolineato le qualità tecniche e il sentimento della natura che pervade i paesaggi rappresentati. Le ultime prove raggiungono una maturità stupefacente, tenuto conto che l’impatto è più scenografico che da cavalletto e che l’autore è un autodidatta, avendo appreso la tecnica dell’acquerello e della pittura a olio osservando il lavoro dei maestri accademici sovietici e russi. Ma ciò nulla toglie alla sua grande capacità lirica e poetica che si sposa alla musicalità dei colori, come se volesse dare attuazione alle teorie di Vasilij Kandinskij sul cromatismo e il suono.
Aleksej Bukalov, giornalista e scrittore di squisita sensibilità, direttore dell’Agenzia Itar-Tass di Roma, ha salutato in Vasil’ev un uomo del Rinascimento, capace di interpretare i molteplici aspetti della creazione artistica nel nome di un moderno umanesimo. Il suo legame con la Russia è stato sempre molto presente, rappresentando il tratto distintivo del suo essere uomo e artista nell’Unione sovietica e in Russia.
L’ambasciatore di Russia presso la Santa Sede Aleksandr Avdeev, ha ringraziato il maestro per la disponibilità a mettersi in gioco nella sua complessa fisionomia artistica, esempio del genio russo, della tradizione culturale e della grande scuola pittorica figurativa del realismo fantastico e lirico.
Gli onori di casa sono stati fatti da Oleg Osipov, direttore del Centro Russo di Scienze e Cultura. Da consumato uomo di relazioni culturali e artistiche, egli ha ringraziato tutti i presenti accorsi a festeggiare uno dei protagonisti della cultura russa degli ultimi cinquanta anni, sempre fedele e al servizio del proprio Paese.
Una serata davvero memorabile. Vladimir Vasil’ev ha un rapporto positivo con Roma, che considera la città più bella del mondo per la sua storia e l’eredità avuta dal passato. Lo testimonia l’interpretazione di Spartak, personaggio indissolubilmente legato alla storia romana, balletto tra i più rinomati dei suoi numerosi cavalli di battaglia tersicorei e coreutici. Una festa che sarà difficile dimenticare per chi vi ha preso parte, ospite dello stesso Vasil’ev, del Centro Russo di Scienze e Cultura e delle autorità russe.
Auguri, maestro!
Agostino Bagnato
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