Ricerca evolutiva della forma dagli anni 70 agli anni 2000
Incisioni ed Acquerelli di Placido Scandurra
(VERNISSAGE mercoledì 6 novembre 2024 ore 17.30)
LA MOSTRA RIMARRÀ APERTA
fino a sabato 16 novembre 2024
con i seguenti orari: da martedì a venerdì: 16.00 – 19.30 // sabato e domenica: 11.00 – 19.00
Placido Scandurra, Cavaliere inesistente, acquaforte e maniera a zucchero (tre battute) f.to cm 35x25
1976-77 Pastorale, acquaforte-acquatinta a tre colori cm 16x24,77
[….Ogni figura è fatta quale riflesso e ricostruzione della precedente da cui mutua un aspetto cambiandone un altro. Chi vede è dunque veramente indotto a una specie di lettura che implica un tempo di applicazione un po’ meno indefinito di quanto non si richieda per esperienze analoghe. Non esiste, infatti, un tempo ottimale di fruizione di un’opera d’arte figurativa, così come può esistere per un film (che questo tempo lo ha già predisposto) e non esiste neppure per queste prove di Scandurra. Resta però che l’artista ha messo questo aspetto nelle sue intenzioni creative, il che può diventare un fatto sintomatico per la decifrazione dei suoi lavori.
Molti di questi cagnacci, alcuni dei quali hanno l’aspetto di belve poco rassicuranti, guardano, storcendosi il collo, verso l’alto.
Guardano la luna, magari, o qualche apparizione inquietante nel cielo. O sono semplicemente contemplatori rabbiosi che attendono. Il criterio di descriverli potrebbe ricordare i fogli di studi di tanti artisti antichi: l’analisi di una posa, di un particolare, ripetuti più volte e giustapposti quasi casualmente, ma sempre con un occhio rivolto al pubblico del presente e del futuro. Uno schizzo ma attentamente composto.
Queste belve hanno, nella produzione dell’artista, un corrispondente e un opposto nel contempo in altre opere dove si vedono serie ancora più strane, anche se cariche di ricordi figurativi che possono far pensare a citazioni nascoste, volontarie o involontarie che siano.
1985-86, Cani randagi, disegno acquerellato lumeggiato a tempera, cm 23x33
In queste serie c’è, espressa esplicitamente, una certa idea della Metamorfosi. Una di queste opere è chiamata dall’autore stesso “Simboli archetipici”. Ci si trova la forma, trattata più volte da Scandurra in lavori di impostazione ben diversa rispetto a questi, del Totem. Un’immagine che anche questa contiene in sé l’idea del contrasto interno, di aspetti che si contrappongono senza urtarsi, di un senso di durezza e asprezza rievocanti forme minerali, animali e vegetali, appunto con un senso della trasformazione inerente all’atto stesso del dipingere. Un’esperienza che ha analogie con un modo di pensare la pittura riscontrabile in celebrate esperienze del mondo anglosassone (l’opera di Sutherland, di Bacon), trattate da Scandurra secondo una adesione profondamente convinta a dottrine sapienziali di matrice orientale.
L’idea di una dimensione organicistica, di una sostanza dura e trasparente che attraversa il nostro corpo come attraversa l’Universo, di un principio generatore che è contrasto ma nel contempo unione, della esigenza primaria, infine, di liberare le energie latenti della mente in un momento prelogico che può essere di fatto oltre la logica e portatore, per antonomasia, di sapere estetico….]
Claudio Strinati
1976, Cavallo di Troia, acquaforte acquatinta a tre colori, cm 33x54
BIOGRAFIA
Placido Scandurra è nato a Santa Maria di Licodia (CT) nel 1947. Vive ed opera a San Polo dei Cavalieri in provincia di Roma. Si è formato a Catania, in particolare frequentando lo studio del pittore Antonio Villani e del restauratore Giovanni Nicolosi.
Nel 1967 è a Roma, dove frequenta la scuola libera del nudo con il pittore Peppe Guzzi ed Andrea Spadini e la scuola delle Arti Ornamentali seguendo il corso triennale di incisione tenuto dal prof. Attilio Giuliani.
1976, Archetipi, acquaforte acquatinta a tre colori, cm 35x50
Nel 1969 è allievo dell’Istituto Centrale del Restauro dove consegue nel’72 il diploma per il restauro di dipinti e di pitture murali. Come restauratore partecipa a numerose missioni in Italia ed all’estero, tra quest’ultime si ricordano quella in Siria nella missione archeologica italiana, a Dublino, per i restauri alla National Gallery, in Belgio, per i restauri delle pitture murali alla chiesa madre di Kourtraik, a Palermo ed a Piana degli Albanesi, per i restauri delle icone bizantine, a Roma per il restauro dei soffitti lignei e delle tele di Palazzo de Carolis
Successivamente si diploma all’Accademia di Belle Arti e consegue l’abilitazione per l’insegnamento di Discipline Pittoriche. Dal’75 al’77 frequenta i corsi sperimentali alla calcografia nazionale di Roma. Contemporaneamente insegna presso i Licei Artistici e Istituti d’Arte. Nel 88/89 insegna restauro all’Accademia delle Belle Arti a Catania. Poi passa di ruolo per l’insegnamento per discipline pittoriche a vari Istituti d’Arte (Anghiari, Civitavecchia, Ciampino e Tivoli). Dal 2008 continua le sue ricerche pittoriche a S. Polo dei Cavalieri (RM).
Placido Scandurra - Santa Maria di Licodia (CT), 1947 -
Venendo alla sua attività come pittore e incisore, inizialmente figurativo con forti richiami alla Scuola Romana, subisce nella metà degli anni ’70 un profondo cambiamento verso una visione introspettiva. Dallo studio intenso delle teorie di Jung e delle culture orientali nasce nell’artista un forte interesse per il mondo esoterico spirituale che lo induce a realizzare opere d’arte di stampo alchemico e surreale. Ha inizio la produzione degli “archetipi” e delle “forme primordiali e totemiche”, tendenza che viene sostenuta ed ispirata da due viaggi in India ed in Egitto nell’83 e nell’85.
In tutti questi anni mantiene contatti con esponenti dell’ambiente culturale romano, Parigino, Belga e Rumeno, espone in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, riscuotendo consensi critici su giornali e riviste d’arte.
Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private.
Email: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. – Sito: www.placidoscandurra.it