di Agostino Bagnato


Era originaria di Subiaco, la terra del monachesimo e dei monasteri benedettini. La famiglia non era benestante, ma non mancava nulla agli appartenenti, artigiani e modesti impiegati a Roma. I coloni miglioratari del Capitolo di S. Benedetto e Scolastica ne parlavano con vaghi accenni, perché laxgrande attrice era cresciuta lontano da Subiaco e non tornava mai nella Valle Santa. Ma i sublacensi, a modo loro, erano e sono orgogliosi di avere dato i natali a quella straordinaria creatura, "la donna più bella del mondo". Gina era chiamata così dopo avere interpretato la parte di Lina Cavalieri, soprano di origini viterbesi, precisamente di Onano, nel film omonimo. In quel film cantava nel ruolo di Tosca e non se la cava a male come soprano, avendo studiato canto, nella prospettiva di fare la cantante.

Ma anche a Castel San Pietro Romano, dove erano stati girati Pane amore e fantasia e Pane amore e gelosia, il ricordo di Gina non era travolgente, sovrastato da quello di Vittorio De Sica. Eppure, Gina Lollobrigida è stata espressione di quella bellezza popolare, fresca e spontanea, che l'ha resa celebre nel mondo. Bellezza autentica, naturale, basata sulla spontaneità e la riservatezza, quel velato pudore che non ha mai reso dirompente la figura dell'attrice, apprezzataxexammirata da tutti.
Una donna sfortunata, le cui vicende familiari non pienamente realizzate, hanno pesato sulla sua maturità. Ma anche questi aspetti fanno parte della sua grandezza.
Addio, Bersagliera! Non sarai dimenticata.

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