di Nicola Niciliani de Cumis

Caro Agostino,
comincerei col dichiararti la mia gratitudine, rammentando che quando concordammo la rubrica delle “Lettere dall’Università” (poi “Lettere per l’Università”) non fu soltanto per stima e amicizia verso di te. Fu anche perché mi davi l’opportunità di riempire un vuoto culturale: quello determinato dall’interruzione della rubrica “Lettere della differenza”, da me curata per diversi anni sul periodico “Cinema Nuovo”, diretto da Guido Aristarco fino alla morte e poi dalla moglie Teresa, scomparsa anche lei. Avrei potuto così riprendere a scrivere lettere in pubblico e ad insegnare anche per questa via.

Altro motivo di gratitudine: l’avermi offerto l’opportunità di sperimentare sulle pagine de l’albatros un’attività universitaria parallela a quella abituale, finalizzata a soddisfare gl’interessi di studio e didattici della Cattedra di Pedagogia generale della “Sapienza”, mediante recensioni di libri, interviste, lettere aperte, articoli sia miei sia degli studenti.  E ciò mediante un’ambiziosa modalità di apprendimento e di insegnamento cooperativo che ci induceva a produrre saggi, elaborati di esami e di laurea redazionalmente pubblicabili e che tuttora mi incoraggia a ragionarne con gli studenti del Laboratorio di scrittura e lettura del carcere di Catanzaro (Siano).   

Il 23° compleanno de l'albatros rientra pertanto per esplicito nel quadro di questa situazione storico-autobiografica da noi due vissuta sincronicamente all’università e sulle pagine della rivista come una sorta di vicenda formativa bifronte. Come una rassegna di esperienze del passato, che hanno inciso nella storia individuale e collettiva degli studenti e dei docenti che la hanno vissuta una prima volta ciascuno a suo modo nell’università; e ora di nuovo questa sera, come bilancio del tempo trascorso, che facendosi ripensare nel presente si inoltra nel futuro, a mo’ di un’ulteriore buona pratica pedagogica non esaurita.

Di qui il ruolo decisivo de l'albatros nel suo rapporto con il mentore Anton Semёnovič Makarenko. Un rapporto che ha visto simultaneamente in azione l’Agostino direttore della rivista, l’Agostino saggista autore di monografie su Makarenko e  l’Agostino editore del Poema pedagogico. E poi, con la regia di Maria Serena Veggetti, l’incontro della cultura makarenkiana dell’“albatros” con la Teoria delle emozioni di Lev Semёnovič Vygotskij, edita nei tipi dell’“albatros”. E sono da tenere presente il nesso strettissimo stabilitosi tra i due siti internet sulla rivista, quello sull’“albatros” e quell’altro su Makarenko; gli ottimi rapporti reciproci tra le Associazioni makarenkiane Italiana, Russa e Internazionale, da ultimo testimoniati dalle Medaglie Makarenko date a Veggetti, Bagnato, Emilio Lastrucci e a me, la sera del 16 giugno scorso nelle splendide sale del Centro di Scienza e Cultura Russa a Roma con collegamenti video Roma-Mosca, musiche scelte e una mostra di rari oggetti dell’epoca zarista.        

Una navigazione avventurosa quella de l'albatros e dei suoi collaboratori, con tappe talvolta memorabili. E citerei quella volta che la studentessa Daniela Secondo, riuscì a rintracciare in archivio, lei per prima, un importante testo inedito di Antonio Labriola sulle Conferenze pedagogiche a Venezia nel 1880, che “l’albatros” pubblicò. Ma furono in tanti gli studenti autori di tesi di laurea o di tesine d’esame di Pedagogia generale, ovvero di Cooperativismo e educazione (docente Agostino Bagnato), collaboratori della rivista. Né tralascerei di menzionare in specie le tantissime pagine di laureati sui temi e i problemi dell’educazione in carcere.  E quindi gli scritti di detenuti o su detenuti laureati con lode (talora con il contributo del Garante dei Diritti dei Detenuti del Lazio Angelo Marroni).  E altrimenti, nel carcere di Catanzaro, il Sig. Claudio Conte, ergastolano ed apprezzato studioso in Italia e all’estero per le sue competenze giuridiche, che si è laureato con lode e dignità di stampa della propria tesi in Diritto Costituzionale (Relatore il Prof. Luigi Ventura).

Del resto, proprio negli ultimi numeri de l'albatros altre cronache di avvenimenti universitari significativi relativi alla vitalità culturale della Casa circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro, diretta dalla Dottoressa Angela Paravati in collaborazione con l’Università Magna Grecia di Catanzaro. Cronache a proposito della laurea dei Signori Salvatore Curatolo e Sergio Ferraro, in Sociologia della sopravvivenza, entrambi miei studenti (Relatore il Prof. Charlie Bernao).

Né tralascerei di ricordare le ulteriori occasioni di collaborazione a l’albatros rivista, editore e produttore di film di ex studenti o persone amiche competenti in determinati campi: così, a vario titolo, Aldo Demartis, Giovanni Angotti, Giovanni Forte, Franco Santopolo, Gianvincenzo Siciliani de Cumis, Michela Chiara Borghese, Anna Rybčnko, Daniela Pianta,  Lucia Ruggiero, Francesco Tamburrino ed altri. E la mia partecipazione in occasione di espressioni celebrative progettate da te, Agostino, e concernenti  Lev Nikolaevič Tolstoj, Nikolaj Vasil’evič Gogol’, Giovanni Pascoli/Luigi Siciliani, Maksim Gor’kij, Aleksander Aleksandrovič Bogdanov, Eugenio Garin, Giovanni Mastroianni, Aldo Visalberghi, Corrado Barberis, Tullio Gregory, Franco Ferrarotti, Tullio De Mauro, Maria Serena Veggetti, Claudio Crescentini, Ennio Calabria,  Salvatore Provino, ecc. L’albatros diario di bordo.

Pagine interlocutorie, quelle de l'albatros, tra specializzazione e divulgazione scientifica, etico-politicamente impegnate (Armida Corridori docet). Un laboratorio di scrittura e lettura. Un’officina delle idee, su cui riflettere individualmente e collettivamente con l’obiettivo di migliorare noi stessi e le contraddizioni del mondo che ci sta intorno. Ora, nel vivo ricordo dei franchi e forti tratti di penna del mio amico Roberto, che sapeva bene come rappresentarlo.

Ti ringrazio di tutto, Agostino. E fraternamente ti abbraccio,
Nicola  

Roma, 23 giugno 2022

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