Perché l’annuncio di un saggio di Edgard Morin sta suscitando tanto interesse nella comunità della politica e della cultura, mentre l’Europa e l’Italia si dibattono nella gravissima crisi attuale, caratterizzata principalmente da una inflazione che sfiora il 10%, e infuria la guerra in Ucraina?
di Agostino Bagnato
Una recente intervista al Corriere della Sera, Edgard Morin ha rilanciato l’allarme sulla situazione attuale del Pianeta. Filosofo, sociologo, saggista, dall’alto dei suoi 101 anni, il prof. Morin rappresenta una delle più prestigiose e autorevoli coscienze critiche del nostro tempo. Il suo giudizio sul tempo presente è un grido di allarme: «Questa non è soltanto una crisi economica, e una crisi sociale, e una crisi ecologica. Questa è soprattutto una crisi del pensiero… Il degrado della riflessione socialdemocratica, l’offensiva reazionaria e l’urgenza ambientale… impongono un pensiero nuovo, in cui interagiscono conoscenze scientifiche e filosofiche, si concretizzasse in una forza, in un movimento (e non penso ai partiti tradizionali che hanno fatto il loro tempo!) in grado di promuovere coraggio e speranza. Ciò che manca oggi è la chiarezza di indicare una via: non un cammino tracciato in anticipo, ma un percorso che indichi almeno una direzione. Questa assenza caratterizza il degrado dei partiti di sinistra. Ma la sinistra non sono i partiti, è piuttosto uno stato delle spirito… Il vero problema oggi non è aumentare la potenza dell’uomo (che sta già provocando il degrado ecologico e la nostra rovina), ma rafforzare le relazioni umane. Contro il sogno del dominio, si tratta di dominare il dominio… Questo è il cuore della crisi e la crisi è nel cuore dell’umanità. Non dobbiamo più opporre l’universale alla patria. Ma legare le nostre patrie (familiari, regionali, nazionali, europee…) e integrarle con la nostra unica patria terrestre».
Edgar Morin, pseudonimo di Edgar Nahoum, è un filosofo e sociologo francese. È noto soprattutto per l'approccio transdisciplinare con il quale ha trattato un'ampia gamma di argomenti, fra cui l'epistemologia. È nato a Parigi l’8 luglio 1921 (età 101 anni)
Sintesi perfetta della malattia di cui soffre la società contemporanea. Il suo prossimo saggio SVEGLIAMOCI! è atteso da molti come anticipatore di possibili strade da intraprendere per affrontare le emergenze del Pianeta, a cominciare da quella ambientale e dalla conseguenze della guerra di aggressione della Russia all’Ucraina, conseguenze che appaiono sempre più devastanti. Ma il punto decisivo per Edgard Morin è la rifondazione del pensiero condiviso che sappia tracciare un futuro per l’umanità, lungo almeno una direzione certa, tra difficoltà enormi, indicibili, operando una rigenerazione delle esperienze successive alla Rivoluzione francese, dal liberalismo al socialismo, dal nazionalismo e dal colonialismo alle democrazie liberali contemporanee.
Non è l’unico. Franco Ferrarotti promuove da anni la discussione su questi temi, attraverso le sue costanti pubblicazioni, ponendo al centro il senso della comunità per il riscatto morale dell’individuo. Massimo Cacciari e Umberto Galimberti affrontano i temi dell’evoluzione della responsabilità individuale nella disgregazione della società. Nella cittadella degli studi filosofici e delle scienze sociali prosegue da anni la discussione sull’offuscamento del marxismo come strumento di analisi della società contemporanea, mentre il pensiero liberale inciampa nei rischi del sovranismo, e la solidità della democrazia come governo dell’Essere e del Tempo, mostra crepe evidenti per l’impossibilità di non poter contare su risorse infinite e risente l’affanno dello sviluppo sostenibile imposto dalla realtà, faticosamente imposto alle popolazioni. La recente pandemia ha messo in evidenza comportamenti irrazionali che hanno richiamato il residuo primitivismo dell’individuo. Ma nessuna soluzione certa sembra finora prevalere. Intanto crescono le disparità tra nazioni, popoli, ceti sociali, generazioni. Inoltre, la guerra russo-ucraina, raccapricciante in sé per l’orrendo massacro umano e le distruzioni civili, aggrava la crisi energetica, innescando processi inflattivi che non sarà facile tenere sotto controllo con le leve del mercato, oltre a lacerare irrimediabilmente la coscienza e la convivenza di popoli fratelli. Il prossimo autunno sarà devastante per l’aumento dei costi delle materie prime e dei prezzi per i beni di prima. Saltando le varie filiere produttive e distributive, compreso i servizi, lo sbando sarà la chiusura di migliaia di imprese e di attività di servizio.
Affoghiamo. Marco Varriale (tecnica mista ) 2022
COME RIPENSARE
È giunto il momento di aprire il cantiere delle idee su come ricostruire il pensiero per costruire il futuro, reiventando la società, attraverso la sua trasformazione dall’interno, evitando traumi rivoluzionari senza ritorno, come insegna la storia del Novecento, sembra esortare Edgard Morin. Chi sarà in grado di aprire la strada per un nuovo futuro, quale istituzione universitaria e istituto di ricerca filosofica e sociologica prenderanno sulle proprie spalle il peso di questa necessaria impresa, sapendo che la palingenesi non è all’ordine del giorno e che si tratta di un lavoro di lunga lena, per il quale servono cuore, polmoni e muscoli abituati alle lunghe distanze.
Non si tratta di rispondere con dei no alle domande del presente. Bisogna guardare lontano, affrontando la realtà dicendo a tutti la verità sui destini del mondo, senza la paura di perdere consensi politici ed elettorali che oggi sono la malattia infantile che porta alla campagna elettorale permanente e di conseguenza all’ansia permanente del futuro.
Il tema di fondo, nelle società democratiche da salvaguardare ad ogni costo da tentazioni autoritarie e da scorciatoie populiste, è come coinvolgere la comunità dei cittadini, come mobilitare le forze responsabili della società, non certamente pronte a rinunciare alle conquiste conseguite in duecento anni di competizione culturale e politica, a rimuovere privilegi monopolistici di mercato e rendite di posizione speculative sul campo della globalizzazione e dell’impiego delle materie prime, a riequilibrare la produzione e la distribuzione della ricchezza. Senza la partecipazione della comunità delle donne e degli uomini del nostro tempo, dalle grandi città ai centri rurali, ogni soluzione prospettata sarà destinata alle biblioteche e agli archivi, mentre l’intelligenza artificiale e le tecnologia sempre più invasiva porteranno ad una deriva inarrestabile della coscienza, comportando conseguenze irreparabili sulla struttura biologica dell’individuo e sulla capacità di adattamento cerebrale, cognitivo e mentale.
Chi sarà in grado di svolgere questa gigantesca opera di rappresentanza e di mediazione sociale? Per lungo tempo è stato il sindacato, anche se le sue articolazioni verticali hanno portato a forme di corporazione che ricordano le gilde medievali, mentre i partiti edificavano cattedrali al pensiero possibile e si esercitavano per narrazioni di lungo periodo. Ma oggi?
Ecco perché l’annunciato saggio di Edgard Morin è atteso con notevole interesse dalla comunità della cultura e della politica, quel farsi Res Pubblica come progetto di rifondazione del pensiero, senza il quale non si va da nessuna parte. Probabilmente pesa su questo interesse l’autorevolezza dell’autore che raccoglie tutte le residue forze della sua lunga esistenza, che appaiono ancora notevoli, per laniare questo guido di allarme. Svegliamoci! non sarà soltanto una lettura istruttiva, ma una sorta di manuale per affrontare il futuro.
Intanto la prossima competizione politica in Italia si sta svolgendo in un clima tra il goliardico, il millenaristico e il minaccioso. Chi sarà chiamato a guidare il Paese nei prossimi anni dovrà prima di tutto vestire il saio dell’umiltà e bagnarsi nelle acque della verità. I mirabilia della fantasia subornata dalla credulità o dalla disperazione, quando dovrebbero prevalere responsabilità e moderazione, produrranno altri danni che peseranno irrimediabilmente sul futuro del Paese, i cui abitanti grideranno vendetta per ritrovarsi il loro tempo divorato dalle tarme e dai tarli del passato.
Roma, 27 agosto 2022