Ancora un “muro” in Europa divide una comunità: è in Irlanda, un Paese tragico che inizia a soffrire fin dal Medio Evo
di Angiolo Marroni
Nel ’700 arrivarono i Vichinghi, portatori di violenza e crudeltà. Saccheggiano perfino i monasteri che erano nati dall’opera di San Patrizio. Il dominio dei Vichinghi danesi durò trecento anni.
Subito dopo iniziò il dominio inglese, ed Enrico VIII combatté il cattolicesimo presente nell’isola. Nel 1609 Giacomo I inaugura il periodo della “Plantation” e procede ad espropriare gli irlandesi dalle loro terre per darle agli inglesi e agli scozzesi presbiteriani. Con Cromwell le persecuzioni contro i cattolici continuarono. Nel 1695 i cattolici persero il diritto di voto, furono esclusi dall’esercito, dall’amministrazione pubblica, dalla magistratura, subirono restrizioni alla proprietà terriera.
Al movimento indipendentista dell’800 gli inglesi risposero trasferendo il Parlamento Irlandese a Westminster, l’Irlanda cominciò a declinare e si diffuse nel Paese una grave povertà anche per un’ennesima crisi della patata. Ci fu una spaventosa presenza nelle città di disperati senza futuro, tanto che lo scrittore Joseph O’Brien disse che Dublino veniva subito dopo Calcutta per la povertà che l’attanagliava. Insomma sofferenze ed umiliazioni.
Un suggestivo scorcio della costa nell’ovest del Paese
All’inizio del 1800 una rivolta capeggiata dall’United Irishmen fu battuta dagli inglesi, ci fu un bagno di sangue che portò a circa trentamila vittime e migliaia di deportati. Alla testa di questa rivolta, sommossa, Roopier Emmett fu condannato a morte e si ricorda una sua dichiarazione salendo sul patibolo: «Che nessuno scriva il mio epitaffio, quando il mio Paese avrà un posto tra le nazioni della terra allora si scriva».
Soltanto all’inizio del 1900 gli inglesi decisero che la religione anglicana non era più la religione ufficiale del Paese. Dopo tanta repressione, condanne a morte, deportazioni nelle prigioni del Galles, l’Inghilterra riconosce lo Stato Libero dell’Irlanda, ma anche in questa decisione vi fu una scelta che porterà altre tensioni drammatiche. La contea dell’Ulster a maggioranza protestante rimase fuori dall’Irlanda. Da qui scaturisce il “muro” con le sue conseguenze. Ovviamente nasce e si sviluppa la lotta clandestina dell’IRA (Irish Republican Army, organizzazione paramilitare repubblicana ispirata anche a Carlo Marx) Nell’Irlanda del Nord Belfast, sua capitale, ne fu il centro.
L’Ulster oggi ha circa 1.800.000 abitanti in un territorio poco più grande della Campania. La monarchia inglese ha concesso che nel suo Parlamento gli irlandesi del nord abbiano diritto ad eleggere 18 parlamentari su 650. Resta stabilito che i parlamentari e gli organi di governo autonomo sono comunque tutti dipendenti dall’Inghilterra.
Nell’Ulster il Parlamento ed il suo governo, con la maggioranza protestante imposero comunque un sistema di discriminazioni politica, civile e religiosa a danno dei cattolici e in conseguenza di questo si sviluppò un movimento per i diritti civili in cui partecipò anche l’IRA, con la sua azione in clandestinità anche di stampo terroristico.
Il governo della Gran Bretagna inviò nell’Ulster truppe per mettere, a suo dire, ordine e pace sociale dando vita all’operazione Banner. Risultato fu ancora disordini: si sparò sui manifestanti e in una domenica definita di sangue si uccisero 14 manifestanti.
Con la Thatcher l’azione del governo inglese verso i combattenti repubblicani diventò più crudele e violenta. In risposta a questa violenza, in carcere tra i detenuti dell’IRA si ebbe uno sciopero della fame in cui morì Bobby Sands che per altro era stato eletto poco tempo prima nel Parlamento della Gran Bretagna. Questa azione violenta e crudele creò un’opinione pubblica sul piano internazionale che portò ad una condanna politica, morale e generale del comportamento del governo inglese.
Ma occorre un nuovo premier in Gran Bretagna John Major per giungere ad un accordo fra le parti in conflitto, ma anche qui ci fu bisogno ancora di altro tempo e sofferenze per arrivare ad una pacificazione e quindi alla decisione dell’IRA di porre fine alla lotta armata. Era il 28 luglio del 2005.
Il Parlamento dell’Irlanda del Nord ha il potere di legiferare in più materie come sicurezza, giustizia, e poco altro ancora, ma alcune leggi sono però di competenza del Parlamento britannico, mentre il capo dello Stato resta il re d’Inghilterra.
Oggi Belfast è una città relativamente tranquilla, qui si è verificato un evento straordinario, la vittoria – per la prima volta nella storia del Paese – del Partito Nazionalista alle elezioni del 5 maggio 2022. Ha vinto il SINN FEIN (Noi Stessi) che con la legge elettorale in vigore ha il diritto di nomina del primo ministro che spetta appunto al partito vincitore.
La leader del SINN FEIN è una donna, si chiama Michelle O’Neill, ha 45 anni e può assumere la carica di primo ministro. Il SINN FEIN, ex braccio politico dell’IRA ha conquistato 27 seggi su 90, con il 29% dei voti contro il 21% del partito filo inglese.
Ovviamente il partito vincente ha posto la condizione che si ridiscuta il protocollo della BREXIT e che si tenga un referendum sull’unità dell’Irlanda entro i prossimi 5 anni. C’è da dire che in ogni caso a Belfast ci sono ancora molti dei murales che ricordano i tempi dell’aspro conflitto tra l’IRA e gli inglesi, c’è anche il ritratto di Bobby Sands e di altri militanti e vengono ricordati anche i membri dell’IRA che furono deportati e rinchiusi nelle carceri inglesi senza mai essere stati processati. L’Irlanda con l’emigrazione di massa si ridusse alla metà della sua popolazione, cioè a 4 milioni.
Oggi tutto questo è finito e si è invertita la spinta all’emigrazione con l’ingresso dell’Irlanda nella comunità europea. Arrivano soldi per le infrastrutture, in particolare quella stradale, a questo si aggiunge una politica fiscale, tributaria che ha favorito l’ingresso nel Paese di numerose multinazionali.
Ma la crisi finanziaria del 2008 partita dagli Stati Uniti con il fallimento della banca Lehman-Brothers ha costretto l’Irlanda ad attuare un piano drammatico di tagli alla spesa pubblica ed a una obbligatoria politica di rientro del debito. Tutto questo attuato con determinazione ha comportato sacrifici e ristrettezze economiche drammatiche ma non è stato vano perché da ciò è stato possibile ripartire con il rilancio dell’economia e quindi arrivare all’oggi ad un’Irlanda risorta.
Oggi da un Paese di emigranti si è trasformata in uno dell’accoglienza e ospitalità. Attualmente gli abitanti sono oltre 8 milioni e poi moltissimi, circa 700.000 cittadini del mondo sono impegnati in Irlanda soprattutto nei servizi, in particolare per il turismo, per gli affari e l’high tech. I tanti, moltissimi visitatori dall’estero, ogni anno rappresentano una garanzia di entrate economiche di enorme valore.
Come in tanti altri Paesi questo rilancio economico ha comportato un riflusso dalle attività agricole, oggi appena il 2% del prodotto interno lordo. In pratica resta fondamentalmente interessante l’allevamento zootecnico di ovini caratterizzati dalla famosa pecora dalla testa nera.
Storicamente l’Irlanda gaelica non fu raggiunta dai romani e questo ha contribuito a farle conservare la sua cultura celtica. Ancora oggi, anzi più di ieri vi è l’obbligo di insegnare nelle scuole il gaelico. Esso è considerato lingua ufficiale, le comunicazioni ufficiali devono essere trasmesse nelle due lingue, inglese e gaelico, esiste una TV nazionale che si esprime in gaelico, nella viabilità del Paese le indicazioni stradali nei cartelli sono scritte nelle due lingue. Quest’impegno statale non ha portato gli irlandesi a parlare il gaelico che attualmente viene parlato e capito da una minoranza più tradizionale della popolazione.
La Chiesa Cattolica con il suo alto numero di vescovi è forte ma registra un declino anche per gli scandali di natura sessuale che l’ha colpita e di cui la gerarchia ecclesiastica ne ha nascosto la gravità. La particolarità tutta irlandese è che alla Chiesa non le è riuscita di impedire il matrimonio tra i gay che oggi è ammesso in virtù di un referendum.
La popolazione dell’Irlanda è per il 78% cattolica e circa il 4% sono protestanti, nonostante ciò il 25 maggio 2022 la Chiesa ha subito un’altra sconfitta a seguito del referendum che si è svolto sull’abolizione della legge costituzionale che vietava l’aborto. Nonostante l’aspra polemica, la violenta battaglia propagandistica attuata dalla Chiesa cattolica e dall’Associazione “per la vita” l’abolizione della legge ha vinto con il 66% dei voti. La Camera quindi ha approvato l’abolizione con 27 voti a favore e 5 contrari. La nuova legge approvata successivamente all’esito referendario prevede l’aborto in caso di anomalia del feto entro 12 settimane di gravidanza oppure per il pericolo di vita della donna, sia fisico che psicologico. Gli antiabortisti hanno ottenuto che la nuova legge possa essere rivista a 3 anni dalla sua approvazione. Comunque un grande successo delle forze laiche.
Simbolo nazionale dell’Irlanda è l’Arpa Celtica. Moltissimi sono gli arpisti che si ritrovano in un loro ordine. La stessa birra Guinness, nota nel mondo, altra gloria nazionale famosa per il suo colore scuro ottenuto per la particolare tostatura del malto, ha assunto l’arpa come marchio del prodotto. A Dublino i suoi stabilimenti coprono una vastissima area della città e sono anch’essi divenuti un’attrazione turistica da visitare.
Sul piano culturale l’Irlanda ha dato a tutti noi un enorme contributo. A cavallo tra “800 e “900 due scrittori vengono particolarmente ricordati, Oscar Wild, noto anche per la sua esperienza drammatica di vita, venne condannato a 2 anni di carcere realmente scontati, accusato di essere omosessuale che allora era reato. Famosa la sua opera, fondamentale con cui nasce l’Estetismo, “il ritratto di Dorian Gray” ispirata al desiderio di eterna giovinezza.
Oggi però in Dublino, in una sua piazza vi è una statua molto forte che ricorda Oscar Wild e il suo genio. Samuel Beckett ci viene ricordato sempre con la sua opera teatrale più nota “Aspettando Godot” dramma dell’assurdo costruito attorno alla condizione dell’attesa di vivere di speranza. E ancora George Bernard Shaw con il suo “Pigmalione” ci presenta le tensioni sociali. E poi James Joyce che scrive “Gente di Dublino” dedicata a Dublino, vista come “il centro della paralisi”. Ma Joyce è anche più famoso per aver scritto “Ulisse” con cui nasce il romanzo moderno, anch’esso ambientato a Dublino che trae spunto dall’Ulisse di Omero.
E poi ancora il grande poeta William Yeats, Henrich Bolle con il suo “Diario d’Irlanda”, poi c’è una Belfast cupa e violenta negli scritti di Eoin MacNamee e altri ancora.
L’Irlanda ci ha parlato anche con il cinema. Due films di due registi irlandesi non si possono dimenticare. Il primo Jim Sheridan con lo straordinario, drammatico film “Nel nome del padre”. Il secondo, Neil Jordan con lo struggente, romantico film “La moglie del soldato”.
Questi due films ci parlano dell’Irlanda, della sua lotta per l’indipendenza e del suo pensiero libero fuori dagli schemi sulla diversità sessuale.
L’Irlanda ha una sua musica e dei suoi strumenti musicali, vale la pena di citare il tamburello di legno con la pelle di capra, una cornamusa a mantice e l’arpa celtica.
Questa musica tradizionale irlandese la si ritrova anche nelle “square dance” degli Stati Uniti. A Dublino alla National Gallery of Ireland possiede una collezione importante dell’arte europea con oltre 15.000 opere, vi sono quadri di Paolo Uccello, Tiziano, Caravaggio, Goia, Picasso a tanti altri.
Perfino nella musica rock l’Irlanda non si è risparmiata, anche qui sono tanti i musicisti famosi che si sono affermati nel mondo, in particolare gli U2.
Gli U2 in concerto
Nell’Ulster fu costruita e varata tra il 1909 e il 1912 il Titanic, la più grande nave passeggeri del mondo, che affondò tragicamente dopo una collisione con un iceberg, nell’aprile del 1912, in quella tragedia morirono 1518 persone tra personale di bordo e passeggeri.
La famiglia Kennedy ha qui le sue origini: Patrick Kennedy infatti, nel 1848 emigrò negli Stati Uniti dall’Irlanda per la crisi dell’economia economica, e dopo cinque generazioni un suo discendente viene eletto presidente degli USA. Il John Kennedy poi barbaramente assassinato.
È divertente ricordare infne, che l’Irish coffee, caffè corretto con Whisky e panna in superfice, viene inventato da un certo Jo Sheridan nella contea di Limerick per riscaldare alcuni passeggeri fermi nel porto della città. Oggi questa gustosa bevanda è diffusa nel mondo.
Purtroppo anche l’alcolismo si nota passeggiando nelle città, tanti emarginati, tanti alcolisti si incontrano nelle strade.
L’architetto spagnolo Santiago Calatrava, naturalizzato svizzero, arriva anche a Dublino e qui realizza due dei suoi noti ponti dedicati rispettivamente a Samuel Beckett e James Joyce.
C’è una ironica divertente filastrocca irlandese che ci ricorda la piovosità dell’isola e che dice: “L’Irlanda è il paese più pulito del mondo perché il buon Dio la lava ogni giorno”.
Nemi, 20/09/2022
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