Ha dipinto fino a pochi giorni prima del ricovero in ospedale, dove purtroppo ha cessato di vivere. Ed ha creato uno dei tanti capolavori della sua lunghissima carriera. Un'opera dedicata a Giacomo Puccini nel centenario della sua morte.
"Nemesi di una morte lontana" è il titolo di questo acrilico e tecnica mista su tavola, 50x50 di dimensioni.
Basta un fulmineo colpo d'occhio per capire che si tratta della morte di Floria Tosca, la protagonista della celebre opera lirica del maestro lucchese. Sembra echeggiare il grido della donna nell'atto di precipitarsi nel vuoto dagli spalti di Castel Sant'Angelo: "Scarpia, avanti a Dio!", mentre Spoletta e i suoi sbirri, scoperto l'assassinio del capo della polizia pontificia per mano di Tosca, si precipitano per arrestarla sul cadavere di Cavaradossi, fucilato sul cortile della fortezza dopo atroci torture inflittegli davanti a lei.
Ennio Calabria ha ripreso la grande scena con una naturalezza tragica, nel livore di un'alba sulle rive del Tevere mentre la città si sveglia per cominciare un nuovo giorno di lavoro e dolore. Nell'aria c'è ancora l'eco di quel terribile sussurro di Floria Tosca dopo avere pugnalato Scarpia, al momento di lasciare l'abitazione del truce capo degli sbirri: "E avanti a lui tremava tutta Roma!"
Sembrava tutto andare per il verso giusto: la cantante si precipita con il lasciapassare alla prigione vicina, comunica al disperato e rassegnato amante la finta fucilazione, prima della fuga verso Civitavecchia dove una feluca attende i due artisti innamorati. "E lucean le stelle/ed olezzava la terra,/stridea l'uscio dell'orto/e un passo sfiorava la rena..." fino al grido straziante "L'ora è fuggita/e muio disperato/e non ho mai amato tanto la vita!" Infine il canto liberatorio: "O dolci mani, mansuete e pure..." e il rullo dei tamburi e l'ordine "Fuoco!" con il pittore Cavaradossi che cade trafitto da pallottole vere, non "come la Tosca in teatro!" La concitazione memorabile della scena teatrale e musicale si trova tutta dentro il dipinto di Ennio, nel precipitare della donna a testa in giù, nelle acque del Tevere secondo le intenzioni di Victorian Sardou, autore del dramma da cui è tratto il soggetto, sulla strada che costeggia il greto del fiume, nella realtà.
La potenza creatrice di Ennio Calabria si addensa proprio in questi rimandi musicali, letterari e storici, in una dimensione aristotelica di spazio-tempo che soltanto i grandi artisti riescono a dominare.
Grazie ancora al grande artista Ennio Calabria che chiude la sua esistenza terrena con questa sublime donazione .
Gli saremo sempre riconoscenti.
Non lo dimenticheremo mai!
Agostino Bagnato
Roma, 6 marzo 2024
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