Lev Semënovič Vygotskij (1896-1934) è stato al centro del seminario di studi che si è svolto a Roma giovedì 28 maggio 2015 nel Salone Borromini della Biblioteca Vallicelliana alla presenza di studiosi, docenti universitari, studenti, psicologi, artisti. Organizzato dall’Associazione Culturale e dalla casa editrice “l’albatros” in occasione della traduzione di Teoria delle emozioni, opera fondamentale di Vygostkij, da parte di Maria Serena Veggetti, la più importante studiosa dello psico-pedagogista russo e di Mauro Campo, laurea magistrale a doppio titolo Italia/Russia, che ha curato il progetto, il seminario è stato un appuntamento culturale di grande rilievo.

Cosa ci ha lasciato Vygotskij a 80 anni dalla morte? E cosa se ne sa in Italia?

Gli intervenuti nella discussione hanno soprattutto messo in evidenza la novità scientifica, con risvolti anche educativi e didattici, di un testo come Teoria delle emozioni evidenziando i rapporti non solo genericamente culturali, ma specificamente tecnici (scientifici e didattici), pur con tutte le differenze, tra la posizione di Vygotskij e quella storica di Labriola (rispetto a Spinoza) e quelle a lui contemporanee di Makarenko, di Gramsci, di Bachtin. E questo, da due punti di vista: da quello, in primo luogo, della Teoria delle emozioni al tempo della sua lunga e faticosa elaborazione, con riferimento alla storia interna della monografia vygotskiana, alle sue fonti e alla sua accidentata, contrastata recezione in URSS e fuori. Di qui il "merito" storico evidente del lavoro editoriale di Maria Serena Veggetti, del suo collaboratore Mauro Campo. In secondo luogo, dal punto di vista dell'oggi, è stato fatto riferimento in specie al ruolo delle emozioni e della loro "teoria", in rapporto alla elaborazione di Vygotskij del fondamentale concetto di "zona di sviluppo potenziale o prossimale". Un concetto con conseguenze pratico-operative, che fa luce sul tipo e sulla originalità del marxismo del "Mozart della psicologia" e sulla cura che ne consegue nel porre e nel proporre soluzioni di molti dei più impellenti problemi del nostro tempo. Primi fra tutti, l'infanzia e la connessa psicologia dello sviluppo, l'importanza della dimensione storico-culturale e dei condizionamenti del contesto nell'educazione umana in ogni età, la formazione di un tipo '"uomo nuovo" makarenkianamente responsabile, organico ad una collettività sensibile ai valori dell'individuo, ma prospetticamente proiettato verso una costruttiva "gioia del domani", verso un'"arte dell'educare" tendenzialmente assimilabile all'"arte" degli artisti della bellezza in tutte le sue forme. Di qui il forte riferimento positivo al concetto di prospettiva e alla straordinaria esperienza pionieristica del "banchiere dei poveri" Muhammad Yunus e della pratica del microcredito da lui sperimentata e attuata.

Queste considerazioni sono state introdotte in particolare dall’intervento di Nicola Siciliani de Cumis, pedagogista, presidente dell’Associazione Makarenkiana Internazionale, che si è soffermato anche sulle condizioni in cui versano la scuola, l'università, i beni culturali, la moralità di senso comune. E, su un altro piano, l'infanzia, i poveri della terra, le diversità culturali, le disabilità fisiche e sociali di ogni genere. Da qui il richiamo alla responsabilità dei docenti per comportamenti che portino a risultati di “accrescimento maggiorante” nel senso vygotskiano.

Piero Lucisano, pedagogista, “Sapienza” Università di Roma, ha apprezzato il lavoro svolto dai curatori ed ha insistito sulla necessità che le istituzioni universitarie forniscano il massimo sostegno alle iniziative di Maria Serena Veggetti per la laurea a doppio titolo Italia/Russia nel nome di Vygotskij e di Makarenko.

Marta Olivetti, filosofa e psicologa della conoscenza , ha evidenziato la valenza del pensiero filosofico di Vygotskij partendo da Baruch Spinoza, le cui valutazioni debbono essere ancora approfondite, auspicando un percorso di studi in questo senso. Alessandro Ghiro, psicologo e studioso di Vygotskij, ha tracciato il profilo biografico e scientifico del maestro russo, sottolineandone la straordinaria attualità, ricordando gli studi ancora molto parziali sulla sua opera scientifica.

Eleonora Malerba,laurea magistrale a doppio titolo Roma/Mosca e studiosa di pedagogia, ha messo in evidenza l’importanza di Vygotskij nel suo percorso di studi e anche nella ricerca di un personale equilibrio psichico con ricadute positive nell’organizzazione della sua vita quotidiana e professionale.

Ennio Calabria, uno dei massimi artisti italiani, ha manifestato il proprio apprezzamento per la novità e la qualità della materia trattata dal seminario e per il livello del dibattito, auspicando un approfondito sviluppo degli studi sul pensiero e l’insegnamento di Vygotskij, la cui novità apre prospettive del tutto nuove anche nel campo dell’arte.

Mauro Campo, fra i primi laureati a doppio titolo nel quadro di questa nuova strada aperta alla Sapienza sul piano della collaborazione internazionale, ha raccontato le sue esperienze di studio e i primi tentativi di applicare quell’insegnamento all’organizzazione del proprio lavoro.

Maria Serena Veggetti, psicologa e docente alla “Sapienza”, visibilmente soddisfatta dei risultati ottenuti dal suo tenace lavoro, ha ricostruito il contesto politico e culturale in cui è maturata la riflessione di Vygotskij sulla psico-pedagogia ed ha ricordato il valore delle ricerche da lei iniziate negli anni Settanta e quelle svoltesi in Europa e in Occidente; ha ripercorso la strada della laurea a doppio titolo e quindi la novità rappresentata dall’ iniziativa de “ La Sapienza” di Roma e dell’Università di studi psico-pedagogici di Mosca, partner di questa esperienza, presso la quale si e’ appena inaugurata una laurea magistrale centrata sulla concezione psicologica storico-culturale del Vygotskij e sugli sviluppi attuati dai successori con la teoria dell’Attività. Novità non solo sul piano accademico, ma in risposta alle attuali esigenze sociali della Confederazione Russa, dove il Ministero dell’Istruzione ha deciso di aprire una scuola pubblica per l’intera fascia dell’obbligo, di tipo storico-culturale.

Concludendo gli interventi, Agostino Bagnato, giornalista e scrittore, responsabile dell’ Associazione culturale “l’albatros”, ha dichiarato la totale disponibilità per promuovere altre analoghe iniziative editoriali e collaborare allo studio delle opere di Vygotskij e all’allargamento delle esperienze universitarie e professionali. Infine, la responsabile della Biblioteca Vallicelliana ha espresso la propria soddisfazione per il successo del seminario ed ha dichiarato l’interesse della struttura ad ospitare nuovi eventi di così alta caratura.

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