La Ginestra, «contenta dei deserti», come afferma Giacomo Leopardi, è da sempre uno dei simboli della primavera nelle zone più desolate e l’annuncio di una nova vita dopo immani tragedie

 

Di Milena Milazzo

 

Gialle ginestre di giugno,

aralde dell’estate mi chiamate

sul colle ad ammirare

il tripudio di luce che si concentra in voi.

Selvaggi i luoghi dove crescete,

dirupi, forre, crepe, ovunque sia

da ricevere ciò che riflettete

nelle chiuse bipetali corolle: sole.

Nelle lunghe albe distese vi aprite ai primi raggi

Trattenendo rugiada notturna nei morbidi steli.

Nel riposo silente del meriggio siete l’oro dei sogni,

e quando la luce indugia al di là del giorno,

è da voi che si esala fino a bagnarsi dell’argento lunare.

Il vostro persistere fragile e forte,

selvatica vita tenace dischiusa in splendore solare,

profumo sottile diffuso nell’aria tra i rovi:

forse mi assomigliate, per questo

vengo a cercarvi ogni giugno.   


Strada con ginestre (foto M. Milazzo)

Questo sito web fa uso di cookie tecnici 'di sessione', persistenti e di Terze Parti. Non fa uso di cookie di profilazione. Proseguendo con la navigazione intendi aver accettato l'uso di questi cookie. To find out more about the cookies we use and how to delete them, see our privacy policy.

  I accept cookies from this site.
EU Cookie Directive Module Information