Matteo Renzi presenta “Avanti”
Matteo Renzi ha scritto il suo nuovo libro, intitolato molto opportunamente Avanti, per discutere con i lettori e gli elettori, i cittadini. Un libro di ricordi recenti e recentissimi, scritto di getto, quasi un instant book, con il pregio innegabile della immediatezza, della freschezza, della spontaneità. Un flusso di coscienza, lo avrebbe definito Vissarion Belinskij (1811-1848). Si legge bene e rievoca, alla maniera dell’autore, gli avvenimenti ultimi della politica italiana e lo stesso ruolo che Matteo Renzi, nella qualità di presidente del Consiglio dei Ministri, ha svolto in Europa e nel mondo. Un libro utile per la discussione, anche quando le punte polemiche presentano accenti talvolta velenosi, alla maniera toscana o meglio fiorentina. Colpa del carattere, gli dicono in molti. Ma l’interessato sostiene di non poter cambiare il suo carattere per compiacere qualcuno, amico o avversario politico che sia. Tuttavia la discussione dovrebbe riguardare anche le proposte per cambiare e governare il Paese, soltanto che le proposte sono vaghe, generiche, più che altro promesse oppure orizzonti ideali. Renzi rinvia questi approfondimenti alla Conferenza programmatica prevista per ottobre e che molti si augurano possa essere preparata con una serie di riunioni tematiche a livello territoriale, coinvolgendo la base del Partito democratico, proprio per dare contenuti concreti alle proposte che saranno la sostanza del programma elettorale della primavera 2018.
Il libro è stato presentato a Roma, presso la libreria del centro commerciale I granai, periferia sud, nel tardo pomeriggio di giovedì 20 luglio. E qui la prima sorpresa. Una moltitudine si accalcava dal primo pomeriggio davanti la grande libreria e quando Matteo Renzi, accompagnato dal giornalista Antonio Di Bella, è giunto sul posto, la ressa è diventata incontrollata. Gli ingressi sono stati contingentati e per potere accedere all’interno bisognava aspettare che qualcuno uscisse. Uno spettacolo inusuale per la politica odierna e soprattutto per la presentazione di un libro. Matteo Renzi, abbronzato, camicia bianca e cravatta, seduto sul trespolo dietro un tavolo di vetro, ha tenuto banco per oltre un’ora con una verve, una carica di energia, una spontaneità che hanno suscitato tifo quasi da stadio nelle centinaia di persone che hanno potuto trovare posto, sedute o accalcate in piedi tra i banchi dei libri. Ha risposto alle domande di Di Bella con la consueta carica verbale e anche polemica, ma quello che è balzato agli occhi dei presenti è stato il magnetismo suscitato dalla sua persona, dal modo di muoversi, senza mai esagerare per non cadere nel gigionismo, pericolo numero uno del modo di essere di Renzi pubblico. Una forza attrattiva straordinaria, da personaggio dello spettacolo più che della politica, o per lo meno di quella cui siamo stati abituati. Non c’è stato un momento di disattenzione, di stanchezza, di noia, mentre il caldo imperversava appena stemperato dall’aria condizionata. Applausi, risate liberatorie, qualche battura dal pubblico. “Roma, Napoli, Firenze sono le città più belle d’Italia e avranno un ruolo fondamentale nel futuro del Paese” esclama accalorato ma lucido. Dal pubblico una donna grida: “Roma è morta!” alludendo allo stato comatoso in cui si trova la capitale. E Renzi, bruciante: “Roma non morirà mai, perché è e resterà eterna!” Come a voler dire: Virginia Raggi n on riuscirà a distruggerla, nonostante tutto… Speriamo abbia ragione Matteo Renzi, perché i Romani vivono il dramma quotidiano della città alla deriva sulla loro pelle.
Ha firmato centinaia di copie del libro, dispensando un sorriso a coloro che si sono messi in fila per portare a casa un cimelio della serata. Ma non era tanto il libro, quanto una stretta di mano e una possibile foto con l’uomo più amato e odiato in Italia in questo momento che contava portare a casa. Quello che si è potuto riportare, come impressione generale, è che Matteo Renzi ha ancora energia e vitalità da vendere. Saprà spenderle per il suo bene, per quelle del Partito democratico e del Paese. Avanti, certamente! Nessuno può dissentire da questa affermazione volitiva. Ma per dove? Cambiare il Paese. Come e con chi? Ecco, sono questi interrogativi che sono davanti al Segretario del Partito democratico. Se saprà affrontarli con spirito costruttivo, dialogando con le parti più consapevoli e inclusive della società e della politica, quella che è oggi e non come ci piacerebbe fosse, ce la potrà fare. Deve sapere che attualmente ha moltissime forze contrarie a qualsiasi sua presenza nella scena futura del Paese. Per riuscire nell’impresa di vincere le elezioni dovrà dimostrare di essere un titano del tempo presente.
Agostino Bagnato