di Agostino Bagnato
Il Partito Democratico discute. Eccome! Lunedì 9 aprile il circolo PD del IX Municipio di Roma Capitale, con sede nel quartiere de EUR-Cecchignola, è stato letteralmente preso d’assalto da militanti e cittadini per discutere con Matteo Orfini, presidente del partito e Patrizia Prestipino, membro della Direzione e neo deputata, le prospettive del partito a Roma e la conduzione delle trattative per la formazione del nuovo governo, oltre che una prima informativa sul futuro congresso, dopo le dimissioni di Matteo Renzi. Una prima affollata riunione si era svolta quindici giorni prima, dedicata prevalentemente all’analisi del voto del 4 marzo, la pesante sconfitta del partito e le responsabilità dei dirigenti a ogni livello.
L’assemblea di lunedì scorso aveva un significato più ampio. Da una parte si festeggiava l’elezione a deputato di Patrizia Prestipino, storica esponente del territorio; per chiedere conto dei comportamenti dei dirigenti nazionali nella formazione delle liste; nella conduzione della campagna elettorale; per esprimere una valutazione sul ruolo dei Democratici nell’attuale fase politica.
Alessandro Garrisi, segretario del Circolo Laurentino 38 e del IX Municipio, ha aperto l’assemblea esprimendo il compiacimento per la grande partecipazione all’incontro, anche perché decine di persone non hanno trovato posto in sala e hanno affollato il primo “ponte” come non accadeva dal moltissimi anni. Ha auspicato di proseguire e intensificare il lavoro di presenza sul territorio e di recuperare il rapporto con la popolazione per recuperare consensi sui programmi nazionali e locali del Partito, a maggior ragione dopo il positivo risultato di Nicola Zingaretti, confermato alla guida della Regione Lazio. La volontà di riscatto del Partito Democratico deve tenere conto dell’esperienza passata e deve basarsi su un partito aperto, plurale, inclusivo e attrattivo ma unito e fortemente proiettato all’esterno, i cui gruppi dirigenti siano espressione del dibattito interno e della sintesi delle diverse anime. Solo così i gruppi dirigenti potranno essere riconosciuti come tali e ottenere il sostegno della base. Intanto, oggi l’opposizione è la strada che potrà consentire al partito di definire una identità forte, sia sul terreno ideale che su quello programmatico e progettuale. Non ci possono essere scorciatoie.
Il dibattito che si è svolto ha dimostrato larga adesione alla strategia attuale, espressa da Maurizio Martina, segretario provvisorio, nelle settimane precedenti, centrata sulla richiesta che i vincitori delle elezioni formino il “loro” governo, se ne sono capaci. Il PD deve continuare a proclamarsi estraneo a trattative e ammucchiate, rigettando i ripetuti inviti strumentali ad assumere una posizione responsabile appoggiando un governo “degli altri”. Il PD non deve essere insensibile al dramma del Paese, ma non può essere il capro espiatorio di nessuno. Se centro-destra e M5S non sono in grado di formare una maggioranza e un governo, lo dicano apertamente, il Presidente Mattarella ne prenderà atto e a quel punto si aprirà una fase completamente nuova.
Il dibattito è stato vivace e coraggioso, in cui non sono mancate le critiche e il riconoscimento dei propri limiti, ma su tutto è prevalsa la volontà di riscatto, di andare avanti e di superare le difficoltà con piena consapevolezza della capacità dei Democratici di sapere affrontare questo difficile momento e di guardare al futuro. Molti si sono soffermati sui gravissimi problemi di Roma, città irriconoscibile a causa del degrado e dell’abbandono, oltre che sulle questioni più drammatiche del Municipio e sui gravi ritardi dell’amministrazione locale, a cominciare dalla chiusura del centro culturale polivalente Elsa Morante e della definizione dell’annoso contenzioso sul diritto di superficie di grande parte degli immobili della zona.
Patrizia Prestipino ha ringraziato i militanti per il sostegno manifestato alla sua candidatura alla Camera dei Deputati, il cui successo è stato attribuito al rapporto con il territorio, già al tempo in cui è stata presidente del XII Municipio e poi assessore alla Provincia di Roma. Ha incitato il Circolo a proseguire sulla strada del positivo rapporto con il territorio, auspicando una sempre maggiore unità, superando definitivamente le distinzioni di provenienza e le identità ideologiche che riguardano ciascuno, ma che non possono diventare alibi per non agire in modo coerente con i programmi del PD a ogni livello.
Matteo Orfini, presidente dell’assemblea nazionale del PD, ha concluso il dibattito, dando atto della discussione aperta e positiva, esempio di come deve discutere il partito. Ha riconosciuto che sono stati commessi errori, sia nella gestione del difficile commissariamento del partito a Roma dopo le vicende di Mafia capitale che nella conduzione della campagna elettorale, ma ha difeso l’operato dei gruppi dirigenti ed ha auspicato che il prossimo congresso che dovrà eleggere il nuovo segretario, possa rappresentare l’occasione definitiva per dare maggiore spessore politico e organizzativo al Partito Democratico.
In questo contesto, l’augurio che molti dirigenti di base fanno è che Maurizio Martina sappia fare tesoro della discussione in atto tra i Democratici a Roma e nel resto del Paese e sappia indirizzarla verso obiettivi di rinascita e di riscossa. Anche a costo di scontrarsi con chi non si rende conto che voltare pagina è la strada giusta per tornare a vincere.
Agostino Bagnato
Roma, 10 aprile 2018