Intervista di Agostino Bagnato
a Angiolo Marroni, giurista e dirigente politico
Sergio Mattarella è stato rieletto presidente della Repubblica nella serata di sabato 29 gennaio 2022. Ha ottenuto 759 voti, superando abbondantemente il quorum dei 505 previsti. Alla ottava votazione il Parlamento è stato finalmente in grado di eleggere la più alta carica dello Stato. Si è così conclusa una fase tra le più drammatiche della storia repubblicana che ha lasciato sgomenti osservatori politici, uomini di cultura, cittadini, con echi in tutto il mondo. Uno spettacolo indecoroso per un Paese come l’Italia, offensivo per la sua storia e la cultura democratica.
Ne parliamo con Angiolo Marroni, giurista e dirigente politico, la cui lunga esperienza professionale, politica e istituzionale consente una piena valutazione per competenza e orientamento democratico. Sul tema della figura dei Presidenti nella storia repubblicana ha condotto un pregevole studio che la rivista l’albatros ha già pubblicato nelle scorse settimane. Si tratta di un contributo importante anche per conoscere la storia recente del Paese attraverso i suoi Presidenti. La rivista lo ringrazia per la disponibilità e la fiducia.
Angiolo, come si è arrivati a questo risultato e qual è la ragione di questo spettacolo che i partiti politici ed il Parlamento nel suo complesso hanno offerto al Paese?
> Il Presidente Mattarella è stato eletto all’ottavo scrutinio.
L’elezione dei Presidenti della Repubblica, salvo rari casi, è sempre stata un’operazione parlamentare complessa, spesso sofferta. Più candidati, più votazioni, più trattative spesso non trasparenti, il Presidente Leone venne eletto al ventitreesimo scrutinio, Saragat al ventunesimo, Pertini al sedicesimo, e furono tutti grandi Presidenti.
Anch’essi furono eletti, come si vede, con lunghi e difficili scrutini, ma il livello complessivamente era alto di qualità, condizionato dalla presenza e dalla funzione decisiva dei partiti politici che avevano le loro radici profonde nella storia dell’Italia repubblicana e nella Resistenza. Qui, oggi, lo spettacolo indecente in questa rielezione di Sergio Mattarella offerto da parte dei parlamentari è stato la dimostrazione lampante della crisi profonda dei partiti, la loro perdita di dignità. Non sono partiti politici, sono gruppi di persone autoreferenziali, chiusi nel Palazzo, lontani dalla realtà che vive l’Italia e i suoi cittadini.
D’altra parte l’astensionismo di massa nelle votazioni è la riprova della lontananza dei cittadini dalla politica e dai suoi rappresentanti.
Non ritieni che all’anomalia del secondo mandato per un periodo di sette anni, unico nei paesi dell’Occidente democratico, si sia aggiunta la estrema difficoltà dei partiti a costruire una strategia politica capace di andare oltre l’emergenza della pandemia e della gestione delle risorse del PNRR, cui si aggiungono nuove acuzie, dalla crisi energetica alla crescente inflazione, fino alla crisi Ucraina che minaccia di avere pesantissime ripercussioni in Italia e in Europa?
> Il secondo mandato, come dici tu è un’anomalia. Se ne discusse molto nella Costituente, è interessante ripercorrere quella discussione. Ci fu chi proponeva di impedirla tassativamente, chi la voleva rendere possibile dopo un settennato coperto da altro Presidente, alla fine però non se ne fece niente ed il problema fu lasciato indefinito e quindi resa possibile. Tuttavia in quel dibattito l’eccezionalità dell’eventuale rielezione venne esplicitamente espressa pensando a situazioni o eventi particolarmente gravi. Vale la pena ricordare che il PD pochi mesi or sono aveva presentato una proposta di legge, primo firmatario il senatore Zanda, che escludeva la possibilità della rielezione del Presidente della Repubblica. La rielezione che si è avuta con Napolitano è avvenuta dopo drammatiche votazioni che non elessero i candidati pur presentati. Lo stesso Napolitano disse “che la rielezione è una finestra che si è schiusa per tempi eccezionali”. La rielezione è sempre stata considerata una grave e delicata decisione. Oggi con questo secondo caso la rielezione sembra tramutarsi in una normale decisione da prendere senza problemi, anzi da essere applaudita con entusiasmo, senza pudore dagli stessi che l’hanno provocata. Ci troviamo dinanzi ad una lesione della democrazia e la grave realtà economica, sociale, sanitaria, internazionale rimane fuori dal Parlamento
Il presidente Mattarella aveva già traslocato dal Quirinale, considerando chiuso il proprio mandato con la scadenza naturale. Ha sempre respinto con fermezza la richiesta di una nuova candidatura. Non ritieni che si tratti di uno strappo istituzionale averlo costretto ad accettare un nuovo mandato?
> Il Presidente Mattarella è stato messo in una situazione difficile, anzi drammatica, nel suo discorso di saluto alla fine del settennato, si era rivolto ai giovani invitandoli “alla partecipazione politica, a non essere indifferenti, a non avere paura di rischiare”. Un appello perfino commovente che penso, con suo profondo dolore, viene contraddetto dall’amara realtà che sta vivendo. Malgrado la sua volontà, senza rispetto, viene chiamato ancora a dar prova del suo senso di responsabilità verso le Istituzioni e la Costituzione, in definitiva verso l’Italia.
Di fronte all’inconsistenza e confusione delle trattative tra le forze politiche per trovare una convergenza su una figura di alto profilo e di elevate qualità politiche e morali, Mario Draghi, presidente del Consiglio dei Ministri e parte in causa perché possibile candidato a sua volta, è stato costretto a chiedere al presidente Mattarella il grande sacrificio per il bene del Paese. Si tratta di una procedura corretta? Non c’era nessuna altra strada?
> Su Draghi forse c’è da dire qualche cosa di diverso. Io ho trovato davvero grave che il Presidente del Consiglio dei Ministri, dinanzi ai problemi che vive il Paese, anche quelli connessi all’attuazione del PNRR, esprima chiaramente la sua volontà, il suo desiderio di essere eletto Presidente della Repubblica. Se questo desiderio, peraltro irresponsabile si fosse realizzato, Draghi si è reso conto di cosa sarebbe accaduto? Si scioglie il governo, si aprono le consultazioni, si deve individuare un altro Premier, bisogna formare un altro governo con laboriose consultazioni, portare dinanzi al Presidente i Ministri designati, forse gli stessi oppure no. Per far questo occorre del tempo, in pratica si produce una paralisi gravissima oggi più che mai. Mi domando se Draghi ignori tutto questo oppure non ha problemi per questa paralisi mentre il Paese soffre. Ecco perché non me la sento di apprezzarlo, continui il suo lavoro dalla collocazione istituzionale in cui si trova e ripari il danno che ha fatto a se stesso e credo alla stessa azione di governo.
Il presidente Mattarella, con grande senso di responsabilità e spirito patriottico ha fatto cadere la sua pregiudiziale contro la rielezione. Si tratta di un atto di enorme significato politico e morale, di fronte all’inconcludenza di un Parlamento inetto. Non pensi anche tu che sia così?
> La stima per Mattarella è fuori discussione. Continuerà a far bene in una situazione politica così dilaniata. La stima internazionale di cui gode l’aiuterà nel suo impegno.
Lui non voleva la rielezione, l’ha detto più volte, addirittura aveva trovato un’abitazione privata a Roma. L’ha dovuta accettare, non poteva fare diversamente. Io mi auguro però che in questo nuovo settennato si occupi maggiormente come Presidente del CSM dei problemi della giustizia. Questa vive un periodo di crisi grave, credo senza precedenti, che è dinanzi agli occhi di tutti. La magistratura i Costituenti l’hanno voluta collocare in modo autonomo rispetto al Legislativo e all’Esecutivo. Essa ha il CSM, cioè il suo organo di gestione che è presieduto dal Capo dello Stato. Mattarella è un magistrato può e deve far molto perché torni la serenità e l’autorevolezza nell’amministrazione della giustizia, sia pure nel suo pluralismo interno, perché sia esercitata con dignità ed onore.
Incompetenza, mancanza di esperienza, scarso senso dello Stato e delle istituzioni, inadeguata cultura politica da parte di molti dirigenti di partito hanno portato a presentare nomi al Parlamento e all’opinione pubblica, senza tenere conto del rispetto dovuto a ciascuno, a cominciare dalla seconda autorità della Repubblica, la presidente del Senato Elisabetta Casellati? Nomi e proposte senza avere fatto prima una verifica sulla praticabilità, sono stati gettati nel tritacarne delle polemiche e dei veti incrociati, offrendo uno spettacolo indecoroso. Perché si è giunti a questo livello?
> Dalla prima elezione di Mattarella a quella di oggi sono trascorsi sette anni. Il termine del suo mandato non era imprevisto. La rielezione deve rimanere un fatto eccezionale, una rarità, per cause impreviste ed imprevedibili. Mi domando a cosa hanno pensato i partiti in questi sette anni sapendo che comunque il settennato di Mattarella sarebbe giunto alla fine? Non si prevedeva che saremmo arrivati a dover scegliere e votare un altro Presidente? Non era chiaro dall’inizio che Mattarella, da ottimo costituzionalista, non avrebbe ritenuta giusta ed opportuna una sua rielezione? Abbiamo dovuto invece assistere, increduli ed indignati, ad uno spettacolo indecente, soprattutto prodotto dal centro destra, ma non solo. Più di ventidue nomi di personalità lanciati in un tritacarne, scomparsi poi dalla scena in un baleno. Abbiamo visto personalità come Nordio, Moratti, Pera ed altri comunicati e poi ignorati. Personalità degne di stima presentati in questo gioco al massacro, mi domando: avevano accettato di essere citati? Perché non si accorgevano di essere strumentalizzati? Lo stesso Berlusconi che si presta per più giorni ad essere il candidato del centro destra e poi costretto a ritirarsi. Perfino applaudito per questo gesto così detto di responsabilità. Una candidatura tenuta in piedi per giorni e giorni dalla triade di centro destra. E poi la sceneggiata della donna presidente, sempre “purché brava” che si è tradotta in un’altra mattanza. La responsabile dei servizi segreti esposta, con il suo consenso, alla sconfitta da parte degli stessi che l’hanno presentata. Qui a voler essere oggettivi è apparso d’accordo lo stesso Letta. Ma non finisce qui, la seconda carica dello Stato, la vice presidente del Senato, on. Casellati che non doveva essere candidata per il ruolo svolto, fa di tutto per esserlo, ed alla votazione viene sonoramente sconfitta dagli stessi di centro destra che l’hanno proposta. Quale autorità morale e politica lei ora conserva nel presiedere il Senato? In realtà dovrebbe dimettersi ma non lo farà. Per me lei ne aveva già poca, ricordo come nel difendere Berlusconi sostenne che la minorenne araba amante del suo cliente fosse la nipote di Mubarak.
A questo punto, come ne escono i partiti politici presenti in Parlamento? Subito dopo il risultato della votazione, sono iniziate le discussioni interne e anche qualche resa dei conti. Si può andare avanti così fino al termine dell’attuale legislatura? La maggioranza di governo è stata salvaguardata ed è questo il risultato più importante, dopo il sacrificio di Mattarella di caricarsi sulle spalle per altri sette anni i destini dell’Italia. Ma la maggioranza è in grado di reggere o le divisioni e le tensioni interne agli stessi partiti che la compongono porteranno all’ingovernabilità?
> Tutti i partiti, salvo Fratelli d’Italia, mi sono apparsi preoccupati ed impegnati ad evitare lo scioglimento delle Camere. Chi per il vitalizio, chi per la preoccupazione della non rieleggibilità stante la diminuzione dei parlamentari voluta da una legge (n° 261- 21/10/2020) vergognosa, chi per la necessità di avere tempo di prepararsi alle prossime elezioni, alla fine il Parlamento è rimasto in piedi con applausi liberatori di tutti i suoi membri. Però, è ovvio le lacerazioni interne restano e per qualche partito appaiono insanabili. Qualcuno ha detto che queste vicende quirinalizie per i partiti sono state un terremoto. La Lega ha un leader azzoppato, perfino ridicolo nei suoi commenti pro Mattarella. I Cinque Stelle ormai sono spaccati tra Di Maio e Conte da far pensare ad una scissione e alla nascita di due partiti. Forza Italia ormai con l’autorità di Berlusconi molto compromessa non sa più dove collocarsi, al centro? Ma esisterà un centro come lo abbiamo visto nel Centro Destra? Il partito della Meloni, dato da tutti in crescita, è condannato, mi sembra evidente a stare fuori dall’area di governo. Se non cambia resterà comunque ininfluente salvo che per la Lega. E il PD? E’ apparso felice del risultato Mattarella-Draghi. Certo da questa crisi è quello che ne esce meglio però anch’esso ammaccato, contuso. D’altra parte il PD con tante anime nel suo interno, chiamiamole pure sensibilità o micro correnti, si destina da solo all’impaccio, alla difficoltà di rapide e condivise decisioni. Questo quadro che se ne dica non è rassicurante per l’azione di governo. Ricordiamoci che i partiti sono già da ora in campagna elettorale e questa porta alla polemica, alla propria sottolineatura. Tenere distinti governo ed elezioni non sarà una passeggiata, non sarà facile, produrrà inevitabilmente tensioni politiche ed amministrative tra i partiti che hanno anche l’obbligo di sostenere il governo.
Resta un anno alle elezioni politiche. Sarà in grado l’attuale governo di affrontare con decisione e fermezza la gestione della pandemia e della crisi economica e sociale del Paese? Enrico Letta sostiene che il governo esce rafforzato dalla rielezione di Mattarella. Può darsi che abbia ragione. Ma è proprio così? Qual è il tuo punto di vista?
> Io non credo che il governo esca rafforzato dall’elezione di Mattarella. Certo il Presidente lo aiuterà, questo è certo, ma Draghi, sono convinto è più debole per i suoi errori commessi. Non dubito che al livello internazionale resti forte, resti una garanzia per l’Europa e anche per gli USA, ma in Italia si è indebolito, almeno così mi appare. Lui e il suo governo hanno tante questioni, tanti dossier da affrontare: la pandemia che non da tregua, la crisi energetica, la realizzazione del PNRR che è ancora sulla carta, e poi la povertà di tante persone e famiglie soprattutto nel Mezzogiorno, la precarietà del lavoro, insomma tutto questo con i partiti che nel frattempo si combatteranno. Infine non dimentichiamolo mai il tasso di criminalità diffuso non solo al Sud bensì in tutt’Italia che inquina la vita economica del Paese. Draghi per tutto questo dovrà porre attenzione al suo rapporto con i Ministri ed ancor più con il Parlamento tenuti da lui, è apparso evidente, in scarsa considerazione.
Il Paese sarà in grado di reggere un anno di campagna elettorale, con i partiti in ebollizione e il sistema elettorale ancora incerto nelle prospettive di riforma. E’ credibile la prospettiva del ritorno al sistema proporzionale? E cosa succederà a quei 300 parlamentari che non saranno rieletti, in virtù dell’entrata in vigore della nuova legge sulla composizione del Parlamento che vede ridursi a 650 il numero dei seggi?
Il sistema elettorale per le prossime votazioni sarà proporzionale oppure no? I partiti sono divisi, c’è chi è per il maggioritario e chi per il proporzionale. Oggi mi sembra che il PD preferisca quest’ultimo. In ogni caso occorre trovare un sistema che rassicuri tutti i territori dando loro una rappresentanza adeguata. Certo ora con 650 parlamentari da eleggere non sarà facile. Questa riforma elettorale dell’ottobre 2020, votata forse senza pensare a tutte le conseguenze, voluta soprattutto dai Cinque Stelle, crea problemi ai partiti, lo abbiamo visto, ed è anch’essa a mio avviso una ferita alla democrazia e alla rappresentatività.
In questa situazione confusa, come giudichi lo stato di salute ed il ruolo della sinistra italiana e in particolare del Partito Democratico?
> Con questa rielezione di Mattarella, l’ho detto, il PD e Fratelli d'Italia sono quelli che se la passano un po’ meglio. Il gioco delle alleanze però è totalmente aperto per tutti, certo con il proporzionale se ne può fare a meno anche se resta doveroso in campagna elettorale, se si è seri, avere un progetto e guardare il futuro. Ma come finirà davvero non riesco ad immaginarlo e non credo di essere il solo. Siamo tutti immersi in una fitta nebbia.
L’ondata di destra presente nel Paese da qualche anno sembrerebbe fermarsi. I sondaggi danno il PD primo partito, con la Lega in lento calo costante. Ma Fratelli d’Italia continua crescere ed è oggi il primo partito della destra italiana.
> Essere il primo partito come sembra essere il PD non deve accecare i suoi responsabili. Dai sondaggi sembra rimanere sempre entro limiti piuttosto fermi. Non dimentichiamo, se ne parla troppo poco, o se ne parla con noncuranza, quasi, l’assenteismo di massa. Domandiamoci, che ci dice? A Roma nelle votazioni del seggio per il senato lasciato libero dal sindaco Galtieri da pochi giorni si è votato. Ha partecipato al voto l’11,3% degli aventi diritto e la senatrice candidata del PD eletta è stata eletta con il 60% di questo 11.3 % cioè con circa 700 voti. Sarà difficile far tornare alla politica chi se n’è allontanato, per sfiducia? Per mancanza di valori nei quali credere? Per quello che si vede nel comportamento dei partiti? E non ultimo anche per questa rielezione di Mattarella e lo spettacolo che lo ha preceduto. In definitiva molti, troppi oggi non sanno in cosa e a chi credere.
Pensi che sia possibile la ricomposizione di un partito conservatore senza la figura di Silvio Berlusconi, con il rischio che la destra scivoli sempre più su posizioni di destra, populiste, sovraniste, antieuropeiste?
> Da questa drammatica vicenda usciremo tutti diversi, cambiati, da come ci siamo entrati. Fratelli d’Italia vorrà allontanarsi dall’isolamento in cui sono condannati? Se si dovranno modificarsi. La Lega è un rebus, il suo elettorato è esposto alla calamita di Fratelli d’Italia e alla necessità di essere di governo. Ci sarà un centro nuovo come lo immagina Berlusconi allontanandosi dalla destra. Che centro sarà, chi vi parteciperà? ed ancora chi è più progressista Conte o Di Maio? A volte sembra l’uno a volte sembra l’altro, mi sembra molta tattica. Ed il PD con chi e per cosa davvero progressista dovrà allearsi e forse dar vita ad un nuovo Ulivo? Si può ben dire che il futuro è nel “grembo di Giove”
Di conseguenza, come pensi che evolverà il quadro politico italiano?
> A quest’ultima domanda ti ho già risposto con degli interrogativi, però se vuoi “certezze” rivolgiti ad un mago. Ti ringrazio per l’attenzione e il tempo che mi hai dedicato. Buon lavoro!
Grazie.
Agostino Bagnato
Roma, 31 gennaio 2022
Angiolo Marroni a Ischia, gennaio 2022