di Ettore Ianì

Nessuna profezia sul governo di Giorgia Meloni. Aspettiamo come affronterà le tante sfide che attendono l'Italia. Gli ostacoli per il nuovo esecutivo non mancano: aumento generalizzato dei prezzi, emergenza energetica, caro bollette, inflazione che sfiora le due cifre, recessione, tanto per citare alcuni problemi macroeconomici. Per un primo commento, per cercare di capire la formazione  di un governo "di alto profilo", formula abusata e che  provoca contrazioni muscolari, tipiche di un attacco febbrile, partiamo dalla elezione del presidente del Senato e della Camera.
Ignazio  Benito Maria La Russa viene eletto presidente del Senato senza (quasi) i voti di Forza Italia e con in soccorso di 17 voti delle opposizioni. L'avvio alla XIX legislatura si apre sotto una pioggia torrenziale di accuse, sospetti e intrighi. Ma chi è La Russa? Rappresenta con evidenza e concretezza il neofascismo classico del Novecento, con il cuore sempre a destra, da quella estrema degli anni '70 a quella di oggi. Lorenzo Fontana, deputato leghista, incarna, invece, il nuovo integralismo cristiano, estremista di destra e omofobico, è stato eletto presidente della Camera.  È su questo sfondo politico che nasce il governo Melone.
Saltiamo a piè pari i 24 nomi dei ministri, quei pochi che leggeranno il pezzo, li avranno sentiti più di una volta. Tralasciamo, almeno per ora, il fatto che ci troviamo di fronte alla prima volta nella storia d'Italia la sconvolgente novità di un governo guidato da una donna, la retorica  di colore che ha riempito le pagine dei giornali su  come erano vestiti i ministri e da chi erano accompagnati, l'età media dei membri del governo, quante donne siedono sullo scanno dei ministri, quale  appellativo da utilizzare rivolgendosi al presidente del Consiglio e così via.  Limitiamoci,  in questo primo intervento, nel cogliere che la composizione del governo ha una certa coerenza con l'elezione della seconda e terza carica dello Stato. Un governo composto da personalità  "esterne", tecnici, carneade di nessun carisma e vecchi volti della prima repubblica, e non certo per ragioni anagrafiche.


Francesco Lollobrigida. neo ministro dell'Agricoltura e della sovranità alimentare. Sposato con la sorella di Giorgia Meloni, Arianna Meloni

Su 24 ben 11 ministri facevano parte del governo Berlusconi di oltre 15 anni fa.  Con parole, gesti, riti e tono sanguigno, la presidente Meloni, snocciola un discorso di destra, come del resto doveva fare ed essere, che ruota intorno al famigerato "Dio Patria e Famiglia", motto fascista che ancora suscita un certo appeal identitario in quel mondo. Un  manifesto, più che un programma, orientato a restituire dignità e  senso al pensiero conservatore. Un discorso di destra  che punta a conquistare i ceti più deboli e sfavoriti,  autodefinendosi orgogliosamente "underdog" (Underdog è un termine inglese che indica qualcuno, dato per sfavorito dai pronostici. Usato soprattutto in ambito sportivo). Più che civettare con il Partito Repubblicano di Abramo Lincoln, l'approccio è più simile alla "America First" di Donald Trump.
Con scelte autarchiche e sovraniste, il governo meloniano, nel cercare nomi nuovi per vecchi ministeri, ribattezzati con una certa pomposità. Il ministero della Famiglia diventa anche della Natalità, quello del Sud anche "del Mare", il ministero della Pubblica istruzione diventa anche "del Merito", mentre quello dell'Agricoltura diventa anche "della "sovranità alimentare". Intorno a questo ultimo Ministero sono state riportare alcune inesattezze, che noi vogliamo precisare.
Il sostantivo femminile "sovranità", per la neo-presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è una sorta di parola-totem, come in larga parte dei sovranisti. Il termine sovranità compare più volte nel discorso della presidente Meloni: per definire il popolo italiano, quando parla della riforma costituzionale nel senso di centralità della sovranità popolare, per annunciare la transizione digitale prevista dal Pnrr e, infine, per cambiare la denominazione del ministero della Agricoltura. Non è che partendo dalla tavola che scopriremo la vera anima sovranista di questo governo? Non solo pochi coloro che lo considerano uno scippo a Slow Food. Dietro questa formula non c'è niente di originale: la troviamo in Francia, Germania Danimarca e Gran Bretagna, ma ha frammenti anche altrove.
Nell'XI Congresso nazionale di Lega Pesca del 2005, Politiche per la pesca del duemila, pubblicato da l'Albatros, a pagina 27, troviamo la proposta dell'istituzione di un ministero dell'Alimentazione, seppur con una formulazione meno sovrana. Di fronte alle grandi  trasformazioni nello scenario comunitario come il Piano d'Azione Mediterraneo, Fondo europeo per la pesca, la nuova politica agricola, la nuova regolamentazione in materia di sicurezza alimentare e la nascita del biologico, la Lega Pesca propone di inserire l'economia ittica in un nuovo scenario rinnovato e moderno sistema dell'alimentazione per tutelare produttori della filiera agroalimentare, imprese e consumatori.


Un tipico mercato del pesce del Mezzogiorno

Proposito programmatico che viene trasferito nel Comitato tecnico scientifico di Slow Fish, di cui Lega Pesca faceva parte. Slow Fish apprezza, valorizza e sostiene l'idea declinandola in scala sostenibile, a tutela dei consumatori e della biodiversità. Al netto del concetto di sovranità, che, in un mondo globalizzato, non può essere sinonimo di autarchia, l'attuale Ministero, con o senza "sovranità", va svecchiato, semplificato e inserito in una politica capace di governare i circuiti di produzione, trasformazione e distribuzione in grado di ridistribuire il valore aggiunto a vantaggio della base produttiva piccolo e media, agevolando i processi di concentrazione in grado di valorizzare il ricco patrimonio di produzioni tipiche artigianali,  incontrare gli standard qualitativi della distribuzione

Questo sito web fa uso di cookie tecnici 'di sessione', persistenti e di Terze Parti. Non fa uso di cookie di profilazione. Proseguendo con la navigazione intendi aver accettato l'uso di questi cookie. To find out more about the cookies we use and how to delete them, see our privacy policy.

  I accept cookies from this site.
EU Cookie Directive Module Information