di Agostino Bagnato

La neve è caduta su Kiev come su molte città dell'Ucraina e sulle estese campagne pianeggianti. Sulle rovine e le devastazioni provocate dalla guerra lo spettacolo è ancora più desolante e in molti casi spettrale. Tra non molto geleranno i fiumi, gli stagni, i laghi. L'energia elettrica continuerà a mancare in molte zone.
La vita continua, ma tutto diventa sempre più difficile. Le scorte alimentari sembrano assicurate, per il momento, come il funzionamento dei servizi essenziali per la popolazione. La guerra continua, dunque!



L'eroismo e l'orgoglio patriottico del popolo ucraino, sostenuti dalla solidarietà della Nato e di buona parte dell'Occidente, stanno ottenendo nuovi risultati, liberando e riconquistando lentamente ma in modo costante, i territori occupati dalla Russia, infliggendo perdite sempre più gravi al nemico. Il numero dei caduti da ambo le parti è sempre più alto, anche a causa della crudeltà e dello spirito di vendetta reciproci. Un torbido buio sembra avvolgere la mente e il cuore dei contendenti. Un baratro di barbarie e di disumanità ha inghiottito la coscienza, a cominciare dagli aggressori russi che portano la responsabilità morale e materiale di quanto sta accadendo.
Quanto potrà durare ancora? Quanta retorica sarà consentita ancora in Europa e nel mondo sul sangue altrui? Ecco l'orrore: la guerra continua nonostante tutto, perché nessuno vuole fermarla. Nessuno! Cosa deve ancora accadere perché un lampo di pietà e di onore pieghi il cuore degli uomini? È vero che le logiche militari non tengono conto della sofferenza umana, ma c'è una soglia di tolleranza che non può essere e non deve essere superata. Con l'inverno in Ucraina si rischia di raggiungere quella soglia e di superarla, a causa della disperazione.
Troppo semplice dire: Putin, ritira le truppe occupanti e lascia in pace l'Ucraina! Tutti alziamo questo grido, ma sappiamo che non sarà ascoltato. Cui prodest?


Salvatore Miglietta, La prima neve, 2022 oio su tela
_______________________

Dovsono finiti i fiori?
Dimmi, dove sono i fiori;

dove sono rimasti?

Dimmi, dove sono i fiori!

Cosa è successo?

Dimmi, dove sono i fiori!

Le ragazze li raccolsero velocemente.

Quando mai lo si capirà?

Quando mai lo si capirà?
Dimmi, dove sono le ragazze;

dove sono rimaste?

Dimmi, dove sono le ragazze!

Cosa è successo?

Dimmi, dove sono le ragazze!

Gli uomini le presero velocemente.

Quando mai lo si capirà?

Quando mai lo si capirà?
Dimmi, dove sono gli uomini!

dove sono rimasti?

Dimmi, dove sono gli uomini!

Cosa è successo?

Dimmi, dove sono gli uomini!

Estratti, per l’inizio della guerra.

Quando mai lo si capirà?

Quando mai lo si capirà?
Dimmi, dove sono i soldati;

dove sono rimasti?

Dimmi, dove sono i soldati!

Cosa è successo?
Dimmi, dove sono i soldati!

Sopra le tombe soffia il vento.

Quando mai lo si capirà?

Quando mai lo si capirà?
Dimmi, dove sono le tombe;

dove sono rimaste?

Dimmi, dove sono le tombe!

Cosa è successo?

Dimmi, dove sono le tombe!

I fiori fioriscono nel vento estivo.

Quando mai lo si capirà?

Quando mai lo si capirà?
Dimmi, dove sono i fiori;

dove sono rimasti?

Dimmi, dove sono i fiori!

Cosa è successo?

Dimmi, dove sono i fiori!

Le ragazze li raccolsero velocemente.

Quando mai lo si capirà

Sag mir wo die Blumen sind
Sag’ mir, wo die Blumen sind;

Wo sind sie geblieben?

Sag’ mir, wo die Blumen sind!

Was ist gescheh’n?

Sag’ mir, wo die Blumen sind!

Maedchen pflueckten sie geschwind.

Wann wird man’s je versteh’n?
Wann wird man’s je versteh’n?
Sag’ mir, wo die Männer sind!
Wo sind sie geblieben?

Sag’ mir, wo die Männer sind!

Was ist gescheh’n?

Sag’ mir, wo die Männer sind!

Zogen aus, zu Kriegsbeginn.

Wann wird man’s je versteh’n?

Wann wird man’s je versteh’n?
Sag’, wo die Soldaten sind;

Wo sind sie geblieben?

Sag’, wo die Soldaten sind!

Was ist gescheh’n?

Sag’, wo die Soldaten sind!

Ueber Graeber weht der Wind.

Wann wird man’s je versteh’n?

Wann wird man’s je versteh’n?
Sag’ mir, wo die Graeber sind;

Wo sind sie geblieben?

Sag’ mir, wo die Graeber sind!

Was ist gescheh’n?

Sag’ mir, wo die Graeber sind!

Blumen bluehen im Sommerwind.

Wann wird man’s je versteh’n?

Wann wird man’s je versteh’n?
Sag’ mir, wo die Blumen sind;

Wo sind sie geblieben?

Sag’ mir, wo die Blumen sind!

Was ist gescheh’n?

Sag’ mir, wo die Blumen sind!

Maedchen pflueckten sie geschwind.

Wann wird man’s je versteh’n?

Il brano originale, “Where have all the flowers gone?“, è una canzone folk antimilitarista di Pete Seeger. La canzone è stata eseguita nel corso degli anni da diversi artisti e tradotta in diverse lingue: la versione più famosa, in Tedesco, è di Marlene Dietrich.


Marlene Dietrich in una foto del 1936

Questo sito web fa uso di cookie tecnici 'di sessione', persistenti e di Terze Parti. Non fa uso di cookie di profilazione. Proseguendo con la navigazione intendi aver accettato l'uso di questi cookie. To find out more about the cookies we use and how to delete them, see our privacy policy.

  I accept cookies from this site.
EU Cookie Directive Module Information