di Agostino Bagnato
Stamani, 16 gennaio 2023 a Palermo, è stato arrestato Matteo Messina Denaro. È riuscito a sfuggire alla cattura per 30 anni, grazie a conivenze e protezioni a ogni livello. Coinvolto in gravissimi delitti di mafia, compresa la crudelissima dissoluzione nell'acido del piccolo Di Matteo, figlio di un pentito di mafia, rappresenta la generazione più feroce della criminalità nell'assalto allo Stato, insieme a Riina e Provenzano.


È stato catturato dalle forze dell'ordine in una clinica privata a Palermo, dove era ricoverato per curare un tumore, sotto falso nome. Tutti si sono congratulazioni con le autorità ed hanno espresso la gratitudine dell'Italia della legalità e della giustizia. Mi piace ricordare in questa occasione Pio La Torre, che nella primavera del 1982, poco prima di essere ucciso dalla mafia, mi disse che la criminalità organizzata si sconfigge con le leggi, ma soprattutto con la mobilitazione popolare, invocando legalità e giustizia sociale. Ero a Palermo per presiedere una riunione dei comunisti siciliani impegnati nella lotta contro le truffe comunitarie in campo agricolo. Non ho mai dimenticato quel suo accento inconfondibile e il sorriso aperto. Qualche settimana dopo avrei partecipato ai suoi funerali e a quelli di Pino Di Salvo e il dolore per quella perdita non si è mai sanato. L'arresto di Matteo Messina Denaro è un sostanziale passo avanti per restituire fiducia nello Stato e anche per ricordare quanti hanno dato la vita per l'onore e la civiltà della Sicilia e dell'Italia.