di Agostino Bagnato

Dall’Ucraina giungono notizie ancora contrastanti, ma inequivocabili nel loro difficile riscontro reale. Da giorni l’esercito ucraino, che ha sferrato l’annunciata controffensiva per riconquistare i territori occupati dall’Armata russa e dalle truppe delle Repubbliche separatiste nel Donbass, sembra avanzare senza incontrare particolare resistenza. Cosa vuol dire?
Mosca comunica che la situazione è sotto controllo, in quanto si tratta di un riposizionamento delle truppe presente sul campo. Può anche darsi che nelle iniziali intenzioni del Comando generale russo si trattasse di una riorganizzazione del fronte, ma quando il territorio resta completamente indifeso, sapendo della controffensiva annunciata, c’è qualcosa che non funziona. Difficile parlare di tattica militare, quando migliaia di chilometri quadrati, conquistati dopo aspri combattimenti costati la vita a migliaia di giovani, distruzioni e devastazione di ogni tipo, vengono riconquistati in pochi giorni. Cosa non funziona?


Il lancio di un missile Himar

Probabilmente, le nuove armi consegnate dalla Nato e dall’Occidente a Volodymir Zelen’skyi, a cominciare dall’Europa, hanno iniziato a produrre i primi importanti risultati. Inoltre, sono entrati in campo forze nuove, addestrate in Inghilterra e in altri Paesi della Nato, in grado di usare con efficacia le armi di ultima generazione, a cominciare dai micidiali missili Himar. Secondo alcuni osservatori, tra le truppe ucraine sarebbero presenti reparti occidentali, oltre ai volontari. Proprio per questo si comincia a parlare di guerra tra la NATO-Ucraina e la Federazione russa. L’Armata rossa, al contrario, continua a presentare le sue criticità: strategia inadeguata di fronte ad un nemico motivato, determinato, caparbio e coraggioso; le armi sono di vecchia generazione e non facilmente sostituibili, anche perché non sono disponibili pezzi di ricambio a causa delle difficoltà logistiche; dall’estero non giungono più le tecnologie idonee per l’industria militare a causa delle sanzioni; il morale delle truppe è molto basso e giungono anche notizie di reparti che si rifiuterebbero di tornare a combattere. La sostituzione di alcune figure militari di primario livello, da parte del presidente Vladimir Putin, dimostra lo stato di nervosismo in cui si trovano le gerarchie russe e probabilmente un certo stato confusionale per non riuscire a rimettere in sesto la macchina bellica. Chi ha programmato l’Operazione militare speciale lo scorso inverno e l’ha fatta scattare il 24 febbraio 2022, ha sbagliato molte mosse tattiche all’interno di una strategia che sta facendo acqua da tutte le parti.


il generale Alexander Dvornikov, comandante in capo per la guerra in Ucraina, non si vede più da settimane: secondo gli 007 americani anche lui potrebbe essere stato rimosso

Sul piano civile, gli ucraini si comportano con spietatezza nei confronti dei cittadini che non hanno reagito all’invasione e si sono dimostrati disponibili ad accettare la nuova realtà politico-militare. A questo punto tra la popolazione del Donbass serpeggia la paura se non il terrore di subire le ritorsioni dei loro concittadini. È la conseguenza di una guerra civile strisciante che Zelen’skyi sta conducendo nel silenzio pressoché totale dei mass-media.


Il Presidente Zelen’skyi si sta dimostrando sempre più aggressivo nei confronti della popolazione filo-russa delle zone orientali del paese

Gli abitanti di estrazione russa vivono la situazione con molto disagio, ma anche gli ucraini avvertono che il clima di ritorsione, vendetta e furore può colpire tutti. A questo si aggiunga che la guerra ha provocato la distruzione di molti centri di produzione alimentare e la Russia, di fronte alla durata delle sanzioni, non sarà in grado di sopperire a tutte le necessità della popolazione russofona, e non solo. Per non parlare di tutti gli altri servizi alla persona.
Perché non si esce da questa situazione, trovando una mediazione diplomatica dignitosa? Emmanuel Macron continua a parlare con Vladimir Putin, ma lo fa a titolo personale, in quanto presidente della Francia, ma non a nome dell’Europa. Ursula von der Leyen continua a essere succube di Jens Stoltenberg e di Joe Biden, per cui non è in grado e forse neanche vuole assumere una iniziativa  di mediazione. Recyp Erdogan ha svolto un ottimo ruolo di mediazione per risolvere la questione del grano ucraino fermo nei porti del Mar Nero, ma evidentemente non riesce a svolgere un ruolo superiore, più generale, appunto? L’ONU è totalmente impotente, oltre che paralizzata. Chi, dunque? Possibile che si debba accettare questa situazione barbarica senza reagire?


Ursula von der Leyen continua a essere succube di Joe Biden

Un tempo sarebbero stati i popoli a scendere in campo, con la passione civile dettata dagli ideali romantici e positivisti. Poi è intervenuto il pacifismo socialista, quasi sempre inefficace, ma comunque valido strumento per fare ascoltare sulle piazze l’indignazione per il disprezzo della vita umana, in contrasto con il nazionalismo pugnace che ha portato al fascismo e al nazismo. Oggi quali bandiere si possono impugnare per portarsi dietro milioni di uomini sul fronte della pace, intanto come valore  ideale e generale, e poi come stato di necessità per salvare l’umanità dal pericolo della catastrofe nucleare? L’ambientalismo, la lotta ai cambiamenti climatici, la difesa delle cultura e della bellezza intesi come valori dello spirito e della civilizzazione umana, la fede in un Dio unico per la stragrande maggioranza della popolazione del Pianeta? Chi alzerà per primo la voce, come spesso fa papa Francesco, restando inascoltato? E poi c’è il grande tema delle disuguaglianze che questa guerra sciagurata, combattuta anche sul terreno delle sanzioni, sta aggravando e che resta il tema di fondo del futuro dell’umanità. Restano allora, probabilmente, le autorità monetarie che rischiano il crollo del sistema di negoziazione e la volatilizzazione di immense ricchezze di carta a causa dell’inflazione e della speculazione, ma la loro credibilità è all’opposto della loro potenza economica.
Si presenta un orizzonte sempre più cupo. A chi conviene questa guerra sciagurata?


A chi conviene questa guerra sciagurata?

Vladimir Putin che ha creato all’inizio questo stato di cose, avviando la criminale aggressione all’Ucraina, dovrebbe compiere il primo passo, sostenuto da Cina, India e Brasile per quanto riguarda le possibili conseguenze punitive. USA, Unione Europea e Regno Unito dovrebbero rinunciare alle mire disgregatrici sulla Russia sul piano territoriale e al ridimensionamento economico, partendo dalle materie prime (petrolio, gas, grano, materiali ferrosi, terre rare, ecc.). Nessuno è disposto a fare il primo passo, in questo clima di sfiducia totale. Ecco perché le armi rischiano di continuare ad essere lo strumento di una guerra crudele, i cui alti e bassi saranno pagati da tutti i popoli, probabilmente anche dagli Stati Uniti, così come li sta cominciando a pagare l’Europa.

Il governo italiano è costretto a intervenire per sostenere finanziariamente imprese e famiglie. Dopo tre anni di Covid con le restrizioni che sono seguite e l’indebitamento dello Stato, per quanto tempo potrà intervenire il governo, qualunque esso sia dopo il voto del prossimo 25 settembre? Tutti chiedono indebitamento ulteriore, pagamento dei costi energetici (la famosa bolletta!), farsi carico delle difficoltà di milioni di poveri con il reddito di cittadinanza: alla fine chi pagherà? Cosa aspettano milioni di giovani lavoratori e di pensionati a scendere in piazza per protestare contro questa politica che sta divorando il futuro della Nazione? Se nessuno è disponibile a fare sacrifici, l’Italia non avrà futuro e forse è quello che vogliono i grandi della Terra.

Roma, 12 settembre 2022

Questo sito web fa uso di cookie tecnici 'di sessione', persistenti e di Terze Parti. Non fa uso di cookie di profilazione. Proseguendo con la navigazione intendi aver accettato l'uso di questi cookie. To find out more about the cookies we use and how to delete them, see our privacy policy.

  I accept cookies from this site.
EU Cookie Directive Module Information