di Agostino Bagnato

Ho ascoltato il discorso di Vladimir Putin con profonda sofferenza e indignazione crescente. Circa 58.000 giovani russi sono caduti in questa sciagurata guerra di aggressione all'Ucraina e altrettante madri piangono sulla tera russa la perdita di un figlio per una causa che probabilmente non conoscono. Altrettante famiglie si disperano per l'inutilità di quella tragedia, senza sapere ancora che l'operazione militare speciale è fallita.
Adesso Putin annuncia la fase due, mobilitazione parziale. Ha richiamato 300.000 riservisti per difendere i territori conquistati minacciando di rispondere con ogni tipo di arma, compreso quelle atomiche, se il territorio russo sarà colpito.
I referendum dal 23 al 27 settembre nelle zone conquistate sono considerati lo strumento per legittimare l'occupazione, per dichiarare parte della Federazione russa i territori di Donbass, Lugansk, Cherson e Zaporizzhzha.
Tutto ciò avviene apertamente in violazione del diritto internazionale, per cui la reazione dell'Ucraina sarà sostenuta dall'Occidente, Nato ed Unione Europea in testa, dagli Usa e da molti altri Paesi. La Russia è isolata e lo sarà ancora di più nel prossimo futuro. È questo che voleva Putin? Con le sue criminali avventure ha portato la Russia e il suo popolo alla disperazione. Un destino che non merita per la sua storia e la straordinaria cultura.
L'Italia è tra i Paesi più amareggiati per la vicinanza culturale e artistica con il popolo russo e vedere tanti amici pittori, poeti, musicisti, danzatori, attori, sportivi isolati e impoveriti provoca un grande dolore.
Ma non c'è soluzione a questo stato di cose, se non il riconoscimento di Mosca dei propri errori e dei crimini conseguenti, trattare un cessate il fuoco ed evitare il peggio. Il peggio per la Russia, cioè la sua sconfitta politica dopo quella militare e l'imprevedibile, come la storia insegna, rappresenta una sorta di spartiacque per il futuro del Pianeta.
Prevalga la ragione, finalmente! Fermare le armi da tutte le parti, compreso la Nato e l'Europa, per non dire degli Usa, per evitare altri lutti e tragedie da ambo le parti, per evitare la catastrofe nucleare.

Danzando con la morte atomica, Marco Varriale (collage digitale)

Roma 23 settembre 2022

Si sono conclusi i referendum in Ucraina nelle regioni occupate dai russi e nelle autoproclamate Repubbliche. Scontato il risultato, così come sarà scontato l'esito del plebiscito per l'annessione alla Federazione russa e il riconoscimento di cittadini russi agli abitanti, compreso l'obbligo di rispondere alla mobilitazione parziale.
Adesso viene la fase più difficile per la Russia: nessun organismo internazionale riconoscerà la validità dei referendum e del plebiscito, perché illegittimi; la ripresa della controffensiva ucraina per la riconquista dei territori occupati, annunciata da Vololymir Zelenskiy che accentuerà il carattere fratricida del conflitto e nello stesso tempo continuerà a mutarne il carattere. Joe Biden ha annunciato nuovi aiuti a Kiev e Medvedev ha minacciato ancora una volta l'impiego di armi nucleari tattiche. Intanto si apre il fronte di attentati e sabotaggio alle infrastrutture energetiche, come il gasdotto Stream 2, come sembrerebbe essere l'incidente nel Mare del Nord.



Sul fronte diplomatico, si registra la dichiarazione di Erdogan sulla disponibilità di Putin a trattare, non smentita da Mosca.
In poche parole, tutto è pericolosamente incerto, tranne che la guerra continua con morti e distruzione. Così come prosegue la coscrizione russa e, da quello che trapela, la resistenza e la fuga di molti renitenti: 66.000 nell'Unione Europea, 100.000 nel Kazakistan. Sono giunti sul fronte i detenuti arruolati dai russi per combattere senza addestramento preliminare. Così Putin pensa di fronteggiare l'eroismo ucraino e di vincere la guerra?
Nubi sempre più fosche si addensano e con il sopraggiungere dell'inverno le difficoltà logistiche aumenteranno per gli eserciti combattenti e per la popolazione civile.
A quando un sobbalzo della coscienza e della morale per cercare il cessate il fuoco e avviare trattative di pace?

Roma 27 settembre 2022

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