di Agostipo Bagnato
Volodymir Zelenskiy a Roma ha recitato benissimo la sua parte, da attore consumato. Non poteva sbagliare, trovandosi di fronte ad amici sicuri e affidabili. Forse l'unico imprevisto lo ha incontrato in papa Francesco. Di fronte alla proposta di mediazione necessaria per un cessate il fuoco, Zelenskiy ha risposto che non tratta con Putin e che l'Ucraina vincerà la guerra.


La Russia appare chiaramente in difficoltà sul piano militare: dopo sei mesi di furibondi combattimenti. l'assedio a Bakhmut continua e crea gravi contrasti nelle gerarchie militari russe. Chi comanda? Shoigu, Geronimo o Prigozhin, capo dei miliziani Wagner impegnati sul terreno di guerra? E Putin, cosa pensa e che ha in testa?
L'Unione Europea non sta a guardare: il suo ruolo è sicuramente insufficiente e inadeguato, a causa dei vincoli atlantici e del ruolo prioritario e decisivo degli Stati Uniti e del Regno Unito.
Il resto del mondo è tanta parte dello scacchiere, a cominciare dalla Cina, dall'India e dall'Africa per finire all'America latina.
Chi potrà fare la sintesi condivisa di un groviglio così pericoloso, fatto di geopolitica, strategie economiche, approvvigionamte di materie prime indispensabili allo sviluppo e alla costruzione di una strategia complessiva per il futuro?
Di tutto questo Zelenskiy non poteva parlare a Roma. Il suo obiettivo era incassare il sostegno dell'Italia alla resistenza ucraina contro l'aggressione russa.
Continuando così, la guerra proseguirà a lungo, fino all'esaurimento delle risorse delle scorte. L'Ucraina ha il sostegno dell'Occidente, la Russia appare isolata.
Quanto potrà durare? Intanto, migliaia di giovani perderanno la vita e il mondo sarà sempre più rosso di sangue!