Il 29 gennaio del 1944, Massimo Gizzio leader del movimento studentesco antifascista venne ferito mortalmente dai fascisti di "Onore e Combattimento" De Michele e Uffreduzzi. Questi ultimi gli spararono alle spalle mentre davanti al liceo Dante in Via Valadier assisteva all'andamento dello sciopero degli studenti. Morirà dopo tre giorni di agonia trascorsi all'ospedale S. Spirito dove venne portato su un carrettino. Era un giovane colto, buono dal grande carisma.
Paolo Fallai giornalista, scrive nella prefazione del libro di Felice Cipriani:
" A te, che ti appresti a leggere la storia di Massimo Gizzio, a vivere con lui l’orrore della guerra, il coraggio antifascista, l’amore per la sua Chiccò, a te rivolgo solo una preghiera.
Non pensare che stai leggendo una storia del passato. Non credere che sia una vicenda confinata nel fuoco che ha attraversato l’Italia settanta anni fa.
Pensa che Massimo aveva 18 anni. Aveva le speranze dei diciotto anni, la passione e l’intransigenza di quell’età. Pensa che aveva un futuro e ogni fibra del suo corpo e della sua mente era impegnata a costruirlo. Non ha potuto viverlo, perché gli hanno sparato alla schiena.
E pensa che i motivi di un assassinio così vigliacco non siano un retaggio di un passato indeterminato e chiuso nel suo tempo. Qualcuno oggi, quando ricordiamo quei giorni, si rifugia in un’alzata di spalle, in un moto quasi di fastidio, nascondendosi dietro l’ipocrisia dell’oblio. E’ una colpa grave, perché continua ad esporci agli stessi pericoli, alle medesime complicità. Il fascismo che Massimo Gizzio ha combattuto è un tumore con metastasi inaspettate che ancora oggi riemerge ogni volta che ascoltiamo una frase razzista, quando il libero confronto delle idee è impedito, in ogni situazione in cui arroganza, violenza e ignoranza si alleano per chiudere la bocca a una voce libera. Si presenta con nomi diversi, ma fa parte del nostro presente e delle battaglie che siamo chiamati ad affrontare". Il ricordino è stato scritto nel periodo fascista; quindi non vengono chiamati direttamente in causa i fascisti colpevoli dell'omicidio.


Massimo Gizzio (1925 - 1944)

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