PLACIDO SCANDURRA, Sardine, 2020, acquerello, 20x30

ROBERTO PIPPAN INTERVISTA IL FIGLIO LUDOVICO DI 22 ANNI

Senza gridare ma con toni pacati, civili, le sardine stanno facendo riscoprire alla sinistra Il valore della mobilitazione, la voglia di partecipare, di fare politica anche in piazza. Hanno il merito, i risultati delle elezioni in Emilia Romagna lo confermano, di ridare speranza e vigore ad una sinistra che appariva quasi dormiente. Stanno facendo tornare l’entusiasmo e la voglia di rinnovamento.

Se hanno un limite è forse quello di avere poche, pochissime idee originali. Spingono il Partito Democratico ha ritrovare la propria identità, lo invitano ad elaborare un progetto per il paese. Sta ad il PD voltare pagina, cogliere questa opportunità, sapersi rinnovare formulando proposte, lanciando idee nuove. L’entusiasmo delle sardine insomma non basta. Condividi Ludovico questa analisi?

<Si in linea di principio sono d’accordo tuttavia vorrei aggiungere due o tre osservazioni. Più che risvegliare un partito democratico dormiente le sardine si sono poste come strumento di rievocazione di principi apparentemente scontati ma che in questi ultimi anni via via hanno dato l’impressione di non essere più tali. Hanno saputo dar voce a tutte quelle persone che quasi rassegnate vedevano con disappunto il modo in cui la politica italiana degli ultimi anni è degenerata. Un sempre maggior uso di un linguaggio aggressivo e volgare, la quasi totale assenza di senso delle istituzioni, un uso spregiudicato e privo di alcun scrupolo dei social media per fini puramente propagandistici ed elettorali. Una politica controcorrente che ha sdoganato un atteggiamento di odio verso il diverso dando vita ad una società sempre più povera di valori. Le sardine dunque, si sono poste come megafono di tutto quelle voci silenziose che non trovavano un veicolo con il quale esprimere il proprio disgusto. Quasi tutte le forze politiche hanno provato a sfruttare l’impatto mediatico delle sardine a proprio vantaggio tuttavia solo il PD ne è stato in grado, non per suo merito ma esclusivamente per vicinanza di valori>

Ricostruire la fiducia nella democrazia attraverso la partecipazione, dialogando con la gente e riscoprendo i valori della costituzione. È questo che vogliono le sardine?

<Sicuramente, il riavvicinamento verso un maggior senso delle istituzioni è a mio avviso preminente per le sardine>

Per conoscere meglio parole d’ordine e programma delle sardine siamo andati lo scorso dicembre alla manifestazione che si è svolta a Roma in piazza san Giovanni. Partecipazione davvero imponente, tanto da essere pressati appunto come sardine nell’ora di punta della metropolitana o in un autobus. Ludovico quale impressione hai avuto?

<Una piazza stracolma di persone che però mi hanno dato l’idea di essere lì quasi solamente per fare presenza, vuoi per curiosità, vuoi per poter dire c’ero anch’io. Non ho avvertito, al di là dei soliti striscioni che vediamo nelle manifestazioni della sardine una grande sintonia tra palco e piazza>

Le sardine sono davvero qualcosa di nuovo?

<Non credo, penso siano uno dei tanti fenomeni nati in un’epoca in cui i media e i social fanno da padrone>

Il programma in sei punti presentato durante quella manifestazione sembrava piuttosto deludente ed entusiasmante insieme, delusione perché il programma in fondo non c’è, ma entusiasmo perché accompagnato da canzoni che fanno parte della nostra storia come “ bella ciao” che emozionano sempre. Poi riempie il cuore vedere una piazza così gremita senza grida di violenza, come in piazza san Pietro quando la domenica mattina si ascoltano le parole “rivoluzionarie” in realtà banali per chi conosce il vangelo, di papa Francesco. Qual’è la tua impressione?

<Programma quasi totalmente assente e utopistico. Sembra a mio avviso scritto da un sognatore, mi riconosco in ciò che è stato detto ma non lo trovo sufficiente e originale. È facile dire questo non va bene o questo va cambiato come peraltro i 5 stella hanno fatto finora ma trovo molto più difficile e impegnativo nonché utile parlare di “come” cambiare le cose>

Le sardine hanno un progetto politico in grado di coinvolgere i territori, cambiare una mentalità o in loro è solo un forte no a Salvini, al populismo a tutto quello che rappresentano?

<In parte si, è un no al populismo ma anche la volontà di combattere per quei valori che il populismo ha oscurato a cominciare da quelli della resistenza>

“Io sono africano” io sono “sud americano” tra i partecipanti alla piazza gente di ogni età, origine e paese. Le disuguaglianze nel nostro paese stanno aumentando, la crescita è sempre vicina allo zero, la disoccupazione giovanile è ancora molto alta, in particolare nel sud, cresce l’insicurezza ma il popolo delle sardine respinge le ricette della destra e chiede discontinuità rispetto alle norme sulla sicurezza varate dal passato governo. Molti sostengono che non c’è stata ancora una discontinuità rispetto a queste norme e indirettamente con ciò si critica il partito guidato da Zingaretti, che starebbe incubando i virus di subalternità nei confronti dei 5 stelle. Sei d’accordo?

<No non sono d’accordo. Penso che la politica sia mediazione e in un governo di coalizione bisogna saper trovare dei compromessi. Il pd secondo me questa sta tentando di fare. Non scordiamoci che l’attuale assetto del parlamento vede i 5 stelle come partito di maggioranza relativa>

Avverti il rischio per le sardine di diventare un movimento copia dei 5 stelle?

<si, se non riescono a definire un proprio progetto politico e identità il rischio è quello>

Ancora sugli extra comunitari, quando le cose vanno male si da sempre la colpa a qualcun’altra, non si fa mai autocritica. Gli slogan “io sono mussulmano e non me ne vergono” che abbiamo sentito in pazza non erano fatti da cittadini stranieri, in realtà pochi, ma da italiani. Forse questo messaggio ha ancora difficoltà ad essere recepito dai ceti più poveri ma è ancora di un elite, le sardine in fondo credi siano un’élite?

<Penso racchiudano al proprio interno diversi ceti sociali e persone di ogni eta e origine. È chiaro che un atteggiamento ostile verso il diverso può trovare terreno fertile laddove vi sono i ceti più poveri sicuramente più in contatto con gli stranieri. Immaginandomi di lavorare 12 ore al giorno mal pagato e a stento riesco ad arrivare a fine mese non trovo poi cosi assurdo la necessità di trovare un capro espiatorio sul quale scaricare le mie frustrazioni. Se per elite si intente un ceto sociale ricco o colto allora forse credo che per buona parte le sardine lo siano>

Abbiamo sentito anche molte critiche al partito democratico che starebbe inseguendo il giustizialismo dei 5 stelle. Questa ossessione alimenta paure, insicurezze e ansie. Come liberarsene?

<I fatti dicono che il giustizialismo è fine a se stesso e di certo non porta nulla di buono, la strada migliore per liberarsene secondo me è attraverso un forte cambiamento anche da parte dei media i quali dovrebbero dare maggior spazio alle sentenze di assoluzione e non solo alle condanne e anche un cambiamento di mentalità delle persone che dovrebbero avere maggior fiducia nelle istituzioni e nell’altro. Lo stato di polizia non è quello che voglio e neanche le dittature>

Prima gli italiani, non lo sentiremo mai dire a una sardina, questa frase invece per molti è un grido di battaglia che segna il confine tra noi e gli altri, un confine che deve essere ben chiaro e costantemente sorvegliato. Non trovi curioso che questo imperioso dictat si elevi da chi fino a ieri difendeva gli interessi locali, della Padania, che avrebbe voluto indipendente?

<Non lo trovo affatto strano e per nulla sorprendente conoscendo Salvini e le sue contraddizioni. Definisco quest’ultimo come una persona estremamente cinica e priva di scrupoli in grado di cambiare totalmente opinione dalla mattina alla sera esclusivamente per fini elettorali, credo che se un domani l’accoglienza verso gli immigrati portasse voti allora mi immaginerei Salvini al timone di una ONG lungo le coste di Lampedusa con addosso una maglietta con scritto benvenuti>

Secondo te le sardine sono destinate a sopravvivere o nella società “liquida” in cui viviamo, sono un fenomeno destinato a scomparire, come rischiano di fare i 5 stelle?

<Se non trovano una propria identità e collocazione politica credo che il rischio sia esattamente questo. La maggior parte delle sardine mi sembra destinata a finire inglobata nel PD, se questo saprà elaborare un progetto efficiente e condiviso per il paese. Sinceramente credo che questa ipotesi vada bene anche alle stesse sardine>

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