Il maestro Antonio D’Antò, compositore, pianista e direttore d’orchestra, docente rievoca la figura del musicista tedesco, partendo dalle celebrazioni in occasione dei 250 anni dalla nascita, soffermandosi sull’insegnamento musicale e sullo stato della musica in Italia
Intervista di Agostino Bagnato
Parlare con il maestro Antonio D’Antò è una emozione continua. Su ogni argomento il suo punto di vista è preciso, non scontato, ricco di spunti che rimandano ad altre discipline, a cominciare da quelle storiche e letterarie. La sua disponibilità al dialogo è un esempio pedagogico per spontaneità e leggerezza, rinunciando a esposizioni eccessivamente tecniche, per cui i profani o i non addetti ai lavori riescono a godere dei segreti della musica e delle sue magie nascoste. Per queste qualità è chiamato in molti paesi stranieri, oltre che nelle principali manifestazioni musicali italiane, dando prova della propria professionalità artista, della poliedricità dei suoi interessi, della inter settorialità dell’agire artistico.
A nome della rivista “l’albatros” gli chiedo una intervista per conoscere il suo pensiero sull’attualità di Ludwig van Beethoven e ne scaturisce un dialogo ampio che spazia su campi interconnessi agli impegni professionali di questo grande musicista. La rivista lo ringrazia per la squisita disponibilità, anche nel fornire il materiale fotografico a corredo del testo letterario.
La lunghissima bibliografia costituisce una parte a sé e viene pubblicata come Addendum per significare il vastissimo «cursus honorum» del Maestro, al termine dell’intervista stessa.
PERCHÉ BEETHOVEN
Maestro, ci può dire quali sono i principali tratti distintivi di Ludwig van Beethoven sul piano musicale e culturale più in generale?
-Sicuramente la solidità dell’architettura delle sue composizioni e la maestria dell’orchestrazione.
Perché le sue sinfonie, i concerti, la musica da camera e quella sacra hanno un ascolto sempre altissimo, anche tra i giovani? Quale fascino esercita la musica di Beethoven, compresa quella più complessa, sull’ascoltatore moderno, distratto talvolta da linguaggi musicali semplici?
-Anche se non si è “del mestiere” indubbiamente gli ascoltatori percepiscono- anche soltanto ad orecchio- la quadratura di quel che ascoltano: è difficile interpretare quanto riescano a comprendere i giovani, spesso abituati ad ascolti meno rigorosi. Sicuramente il livello alto di attenzione può diventare uno stimolo e anche una ricerca personale di introspezione grazie a Beethoven.
Pertanto, si può parlare del perdurare del titanismo beethoveniano che ha caratterizzato il giudizio durante l’Ottocento e nello stesso Novecento?
-Beh, non vi è ombra di dubbio che la potenza che sprigiona la musica di Ludwig van Beethoven ponga gli ascoltatori nella condizione di grande rispetto e attenzione: talvolta “devozione”.
Non pensa che la complessità della personalità del Maestro di Bonn possa essere legata alla sua concezione del mondo e della stessa vita umana, all’adesione alle correnti filosofiche e culturali del suo tempo, partendo da Immanuel Kant e da Hegel, sfociando nella visione romantica?
-Qui apriamo un discorso la cui portata è indubbiamente di alto livello. Nel periodo di vita di Ludwig van Beethoven (1770-1827) le idee del pensiero illuminista si fondono con quello protoromantico e, anche se ad alcuni potrà sembrare insolito, non esiste la musica, l’arte in genere, senza pensiero. Ecco che la “tripartizione” cara al pensiero kantiano ma anche a quello hegeliano trova accoglienza all’interno della forma in tre sezioni della Forma-Sonata adottata nelle sinfonie, sonate e in tutta la musica del periodo classico e quindi, anche in Beethoven.
Il rapporto con i grandi pensatori e poeti del suo tempo, ha certamente esercitato una notevole influenza sulla formazione culturale ed ha influito nella struttura del linguaggio musicale? Si pensi all’inno An die Freude…
LEGAMI ATTUALI CON BEETHOVEN
Qual è il suo rapporto con Beethoven?
-E’ sempre presente nella mia vita di musicista ma anche di docente. Il suo pensiero che si tramuta in musica partendo da cellule semplici, piccole e talvolta apparentemente insignificanti, è un insegnamento per tutti.
Quali sono gli elementi di attualità del grande maestro di Bonn, stante il fatto che non c’è genere musicale che egli non abbia trattato, sempre giganteggiando.
-In parte il significato sta nella risposta precedente ovvero la capacità di Beethoven di saper costruire grandi edifici sinfonici partendo da elementi molto piccoli. Significa saper economizzare, non sprecare le idee, essere essenziali, guardare diritto alla meta. Concretezza.
Lei è un autorevole docente presso il Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone. Come viene considerato il magistero di Beethoven, sul piano pedagogico oltre che generale?
-Beh, in questo esatto periodo storico per la vita dei Conservatorii italiani Beethoven non dico che sia un po' all’angolo ma certamente fa una “vita riservata”.
Cosa apprezzano maggiormente i suoi allievi dell’eredità beethoveniana?
-Mi è capitato di fare un’esperienza didattica straordinaria con alcuni studenti nientemeno che del Biennio di Jazz: curiosamente proprio da quel settore apparentemente così lontano da Beethoven sono venuti fuori risultati inimmaginabili. Sul piano della costruzione della loro stessa musica e ancor di più nel far fruttare un elemento musicale semplice per strutturare gli sviluppi tematici.
Maestro, la sua attività di compositore e di solista si dispiega in molti Paesi. Ci può dire come sceglie il repertorio beethoveniano per i suoi concerti?
-Mi piace molto parlare o suonare il primo Beethoven o più esattamente mi appassiona svelare a tutti le “tracce” del genio già nella prima produzione. Ritengo che sia molto utile svelare il pensiero e l’intelligenza del nostro compositore a giovani studenti che abbiano oggi all’incirca la stessa età di Beethoven compositore delle prime sonate- 25 anni.
Come giudica le celebrazioni per i 250 anni dalla nascita? Ritiene che il programma originario delle principali istituzioni musicali sia stato adeguato, in Italia e in altri Paesi?
-Si, mi pare di aver letto molti cartelloni musicali pieni di musica beethoveniana. L’Italia è al passo con i paesi europei.
L’insorgere della pandemia da Coronavirus, intervenuto all’inizio del 2020, ha imposto pesanti limitazioni nello svolgimento dei programmi, fino all’annullamento di concerti e manifestazioni musicali. Si è cercato di diffondere le iniziative ricorrendo alle nuove tecnologie comunicative. Ritiene
che la “musica a distanza”, da fruire attraverso il computer, possa essere un valido e utile strumento di diffusione della cultura musicale?
-Beh, in “tempo di guerra” non si butta via niente. E’ evidente che il concerto in presenza significa anche altre cose: la condivisione con una comunità- piccola o grande che sia- di emozioni e di quello stupore che affascina tutti, giovani e non. Speriamo passi presto l’emergenza.
Partendo dalla sua lunga esperienza di docente e di concertista, ritiene di poter dare un suggerimento alle autorità sanitarie e di governo per affrontare la nuova insorgenza della pandemia?
-No, impossibile per un musicista dare consigli da virologo.
Quale spazio troverà Beethoven nei suoi futuri progetti musicali, in Italia e nel mondo?
-Guardate per me Beethoven dovrebbe essere usato come una cura da prendere tre volte al giorno, prima dei pasti. La cura produce effetti in termini di esempio di vita e di certezze anche a livello individuale.
E’ soddisfatto dei risultati ottenuti in tanti anni di attività?
-Si, molto.
Quali sono i suoi principali progetti per il futuro?
-Far conoscere la mia musica quanto più possibile. Se possibile mi piacerebbe realizzare produzioni discografiche con le mie produzioni.
LA MUSICA OGGI
Maestro, ci può dare un quadro dello stato della creazione musicale in Italia?
-Non mi pare sia un bel periodo. D’altra parte la “crisi di pensiero” si riflette sulla creazione, inevitabilmente. Si sta credendo frequentemente che il tecnicismo possa sostituirsi alla speculazione filosofico- intellettuale cosicchè spesso ci troviamo di fronte a creazioni musicali tecnicamente buone ma poco comunicative. L’opera d’arte deve unire quante più persone possibile e non ridursi a un’autoincensazione.
La musica contemporanea ha subito sostanziali cambiamenti dopo l’esperienza dodecafonica e degli sperimentalismi del secondo Novecento? Qual è il suo giudizio?
-Il giudizio è sempre positivo nel senso che è giusto cercare il proprio linguaggio espressivo con qualsivoglia “tecnica” compositiva venga adottata. E’ inpensabile nel terzo millennio usare la “grammatica e la sintassi” di Chopin, ovviamente. Il problema è l’uso che si possa fare della tecnica al fine di creare le proprie opere d’arte.
Come ritiene che evolverà il linguaggio musicale nell’immediato?
Il teatro musicale, la cui tradizione in Italia ha raggiunto livelli universali e immortali, potrà trovare spazio nel futuro? La rappresentazione di opere liriche di scuola italiana, nei teatri di tutto il mondo, contribuisce ad alimentare la creatività, oppure svolge una funzione di conservazione dell’esistente, anche se al massimo livello?
-Domanda complicatissima: ho una certezza sola che ci promana dalla storia ovvero che non esiste la novità che non affondi le proprie radici nel passato. Quindi bisogna conoscere bene e a fondo il proprio passato, vivere il presente e, grazie a queste acquisizioni, progettare il futuro. (cioè non immaginare il futuro astrusamente)
Maestro, con quale stato d’animo guarda al futuro?
-Con grande fiducia. Insegniamo bene ai nostri giovani, stimoliamoli al massimo e consegniamo loro le nostre passioni e le nostre conoscenze invitandoli a guardarsi dentro credendo alla propria forza.
CURRICULUM - Antonio D'Antò:
Formazione
Antonio D’Antò, compositore, nato a Capri, consegue con il massimo dei voti i diplomi di pianoforte e di composizione presso il Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone ed il diploma di Direzione d’orchestra presso il Conservatorio “S. Cecilia” di Roma. Vive e opera a Alatri (Frosinone).
Tra i tanti maestri che hanno contribuito alla sua formazione ricordiamo Carmela PISTILLO, Roman VLAD, Teresa PROCACCINI, Franco DONATONI, Daniele PARIS, Franco FERRARA, Bruno APREA.
E’ docente di Armonia, Composizione, Strumentazione e orchestrazione nonché di Orchestrazione e Concertazione Jazz nei corsi superiori del Conservatorio “L. Refice” di Frosinone Alterna l’attività di compositore a quella di direttore e di pianista dedicandosi, in particolare, alla musica moderna e contemporanea. E’ autore di 130 lavori per vari organici. Pubblica con Rugginenti- Milano, Berben- Ancona, Edipan- Roma, Mnemes e U 07 di Palermo, Wicky di Milano, Flipper di Roma, Teorema di Bologna.
Composizioni
Le sue composizioni sono state eseguite in Italia e all'estero da importanti interpreti e orchestre prestigiose. Di particolare rilievo le esecuzioni di Icone realizzate dall'orchestra sinfonica della RTV Slovena di Lubiana e dall’orchestra sinfonica di Cali in Colombia; Eclat per soprano e orchestra realizzato dall’orchestra di Roma e del Lazio per il Teatro Valle a Roma e per il Teatro Sociale di Amelia (Pg); e poi ancora
l' Agnus Dei (per soprano e archi) eseguito ad Avignone- Francia. Il 2° Concerto per archi, inciso dall'Orchestra filarmonica di Iasi in Romania per conto della Phoenix classica è stato eseguito in Slovacchia; il Concerto per oboe ed archi realizzato ad Assisi e a S. Giovanni Rotondo; Il blu cobalto del cielo, presentato nel 2002 al Dipartimento di musica dell'Università della Florida di Miami ed eseguito a Torino- Teatro Regio, Bergamo, Assisi, Colorado Springs e Corciano (Pg);nel 2015 viene riprogrammato nei concerti del Lirico Sperimentale di Spoleto, sotto la direzione di Marco Attura. Notti senza cometa per l’Università di Bologna e Arezzo; Aspetta un minuto eseguito a Pechino (Conservatorio centrale), Catania, Strasburgo e diffuso dalla Radio Olandese; Veni creator spiritus per coro a cappella per lo Stato Vaticano, Siena e Clisson (Francia). Realizza la versione per coro e orchestra eseguita a Parigi e in altre città sotto la direzione di Mauro Gizzi. Nel 2005 Atrio (per violino, violoncello e pianoforte) riscuote grande successo di pubblico e di critica nella stagione concertistica dell'Università di Tor Vergata (roma). Nel 2006 la Petite Suite viene inserita nella programmazione della Società dei concerti di Milano. Nel 2007 il brano per flauto solo Filigrane viene seguito a Malaga nel progetto "Erasmus". Nel 2013 l'esecuzione della Sonata seconda per viola, cb, fisarmonica e pf viene registrata negli studi della Technicolor di Roma a cura della facoltà di Ingegneria dell'Università "La Sapienza". Nello stesso anno il duo Luca Pincini- Gilda Buttà incide Trama per violoncello e pianoforte. Nel 2014 viene realizzata a Ferentino la composizione "fino all'ultimo respiro" per voce recitante e violoncello, scritta su testo di Giovanni Fontana, eseguita da Andrea Cavuoto, in occasione del 70° anniversario della fucilazione di Don Giuseppe Morosini. Sempre nel 2014 dirige l’Orchestra “Benedetto Marcello” di Teramo in occasione della prima esecuzione assoluta di “The sea poem”, avvenuta ad Alatri (Fr). A Spoleto (Casa Menotti) viene eseguito il Trio per violino, violoncello e pianoforte dal titolo Il segno eseguito dal Trio siciliano. Nel 2015 questa stessa composizione viene eseguita a Lucera (Fg) nella stagione degli Amici della musica dal Trio Chenier, con ampio successo di pubblico. Il Sanctus per coro femminile viene eseguito nella Stagione dei concerti dell’Università di Tor Vergata in Roma 2015 dal coro “Claudio Casini” sotto la direzione di Stefano Cucci. Sempre nel 2015 viene eseguito il trittico sulla Passione di Cristo per coro e orchestra sinfonica- Crocifissione, Lacrymosa e Resurrezione- presso la Basilica di Santa Prassede a Roma e a S. Pietro a Terni, con ampio successo di pubblico.
Nel 2016 Fox-trot è eseguito nel Festival di Spoleto nonché a Perugia e altre località umbre; Petite Suite per clarinetto e quartetto d’archi nel Festival del clarinetto di Camerino e a Cremona; Un salto nel tempo, azione scenica sulle lettere di Mozart, è inserito nel 28° Festival internazionale di Civita Castellana sotto la direzione dell’autore.
Nel corso dello stesso anno dirige l’orchestra d’archi Musical-mente di Perugia nell’incisione discografica del progetto sul “misticismo femminile umbro” con proprie creazioni (Immagini) e della sua scuola compositiva.
Direzione d'orchestra
Ha creato e diretto l’Ensemble di Musica Contemporanea del Conservatorio di Frosinone, con il quale ha realizzato la messa in scena, per i teatri di Roma e Frosinone, di Musicals dedicati a Puccini, Verdi (2004) e Mozart (2006).
Ha fondato e diretto il coro da camera “Daniele Paris”. Ha diretto il complesso “Musica d’Oggi“ di Roma, l'orchestra d'archi "Metamorfosi musicali"presso l'Istituto giapponese di cultura (Roma). Nel 2006, al Teatro delle fonti di Fiuggi, dirige l'Orchestra dell'Accademia dei Concordi di Roma in un concerto in ricordo della strage di Nassyria, alla presenza di alte cariche dello Stato e dei familiari delle vittime.
Nel 2007 dirige nella Basilica di S. Maria degli angeli di Roma, il concerto di apertura e di chiusura della 17^ edizione della rassegna "Grande musica in chiesa". In occasione della chiusura dei festeggiamenti per l'Unità d'Italia, nel Marzo 2012 dirige, al Parco della Musica di Roma, l'Orchestra Sinfonica del Conservatorio "Licinio Refice" di Frosinone. Il programma viene registrato da RAI-STORIA in una puntata di "La storia siamo noi"condotta da Giovanni Minoli.
Dirige grandi voci del concertismo operistico italiano come il soprano Chiara TAIGI e il tenore Francesco MALAPENA nella stagione lirica di Casamari (Fr). Dal 2010 al 2012 ha ricoperto il ruolo di Direttore artistico e musicale dell'orchestra "Goffredo Petrassi" di Zagarolo (Roma) esibendosi nelle prestigiose residenze storiche monumentali di Roma e provincia, come Palazzo Rospigliosi (Zagarolo) e Palazzo Valentini (Roma).
Nel 2014 dirige l’Orchestra “Daniele Paris” nella Stagione concertistica del “Festival delle città medievali”. Nel 2016 dirige il concerto di capodanno presso il Teatro Umberto Giordano di Foggia per soli, coro e orchestra sinfonica con ampio successo di pubblico e critica.
Attività divulgativa
Tiene corsi e seminari di composizione in Italia e all'estero. Ha partecipato in qualità di Presidente o membro di giuria a vari concorsi nazionali e internazionali tra cui il 29° Concorso internazionale di composizione di Corciano (Pg) (2013), il Concorso pianistico W.A. Mozart di Roma ecc.
Nel 2002 ha tenuto lezioni di Analisi musicale per il Corso di formazione di professori d'orchestra realizzato dall' Arts Academy di Roma promosso dalla Comunità europea. Nel 2015 e 2016 realizza un ciclo di conferenze dal titolo “stasera parliamo di musica” in vari centri del Lazio, Alatri, Ferentino, Grottaferrata, Velletri, Castelgandolfo, Albano laziale e altri.
Di particolare rilievo l'impegno per la riscoperta e la valorizzazione dell'opera di "Licinio Refice". Come profondo conoscitore della sua opera, ha partecipato in qualità di relatore e interprete, al Convegno Internazionale di studi su Licinio Refice, promosso dalla Società Italiana di Musicologia, nel 2005. A li si deve la riscoperta, l'allestimento e l'incisione dello Stabat mater e l'istituzione del "Premio Internazionale Refice" di Patrica, città natale del compositore, che, in segno di riconoscenza, gli ha conferito la cittadinanza onoraria unitamente a Renata Scotto e Valentino Miserachs.
Ha curato una monografia su H. W. Henze e vari incontri di musica moderna e contemporanea presso gli spazi dell’Università di Tor Vergata. Nel 2013 è invitato a Smirne in Turchia, presso la Yasar University, in occasione della 6^ settimana europea della musica, per un seminario e un concerto di sue composizioni.
Nel 2012 e 2013 è invitato a Pechino, Nanchino ed altre importanti città cinesi nel quadro degli scambi didattico- culturali previsti dagli accordi Italia- Cina del progetto Turandot. Nel 2016 suona a Seoul presso la sede della televisione coreana.
Dal 2007 al 2013 è Direttore del Conservatorio "Licinio Refice" di Frosinone. Nel 2013 il Miur lo nomina quale esperto in merito a un’ispezione promossa dai Beni Culturali presso il Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli. Nel 2013 è nominato Cavaliere al merito della Repubblica italiana.
Nel 2014 ha curato la revisione di "Sinfonia campestre", opera di Don Giuseppe Morosini- fucilato nel 1944-scritta durante i mesi di prigionia a Regina coeli a Roma, dirigendone la prima esecuzione assoluta. Dal 2015 fa parte dell’elenco di esperti dell’ANVUR- Afam.
Composizioni per il Teatro/Televisione
Ha composto un melologo su una fiaba di Gianni Rodari, La nascita di Zoppino, per la voce recitante di Davide Riondino, rappresentato nel Festival di Ortona, al Teatro degli Illuminati di Città di Castello, al Teatro di Fiuggi e al Teatro Magnani di Fidenza; successivamente ripreso da Vanessa Gravina. Ha concertato e diretto "Il piccolo spazzacamino" di Benjamin Britten per il Teatro Eliseo di Roma. Nel 2012, al Mi.To. di Torino, va in scena "la vera gentilezza" con la voce recitante di Vanessa Gravina.
L'opera per bambini "Il paese di Altocipresso", realizzata dalla Scuola Civica di musica di Spoleto, viene rappresentata nel 2013 nel Chiostro monumentale S. Niccolò con le scenografie curate dai detenuti del carcere di Spoleto. Nel 2015 ne cura e dirige l’allestimento presso il Teatro Concordia di Marsciano (Pg) e presso la Scuola elementare di Alatri; nel 2016 presso il Teatro di Spello in Umbria nonché presso il Teatro “Umberto Giordano” di Foggia.
Presso il teatro di S. Niccolò di Spoleto, nel maggio 2014, viene rappresentata Simple Symphony. Ha curato le musiche andate in onda in Mondovisione da Betlemme su RAI DUE per il Natale 2001. Nell'anno successivo ha curato le orchestrazioni del concerto del Quirinale, andato in onda su RAI UNO il 31 dicembre.
31 dicembre 2015 la composizione Te Deum per organo viene eseguito nella Basilica di San Pietro in Vaticano al termine del Te Deum del Pontefice.
Attività concertistica
Nel 2003 compone il Poema del mare per pianoforte a 4 mani e voce recitante eseguito con la pianista Paola Vittori in varie città italiane e inserito in prestigiose rassegne musicali dove ha riscosso unanime consenso di pubblico e di critica.
Ha un duo stabile, canto e pianoforte, con il soprano Maria Teresa Bottini. Antonio D’Antò
Discografia:
- Pan 3007: Pulsazione - Alessandra Ramacci Pianoforte - Pan 3014 : Tastar le corde e Canto del mare. Stefano Mileto Chitarra - Mnemes/Auralit : Namaste Suite - Aspetta un minuto - Guido Arbonelli
Mnemes HCD/102 Clarinetto - Phoenix Classics: Ph 4003 Orchestra Filarmonica de Stat Iasi - Romania
- DC Records - Uo7 Records
- VDM Records - Taukay - Uo7 Records
:Secondo Concerto per archi: DCR 0024 : Apres Rameau
: Trama per violoncello e pianoforte (Luca Pincini e Gilda Buttà)
: Monesis Ensemble dir Flavio E. Scogna: Il blu cobalto del cielo.
: Spirale per clarinetto - Gianluca Campagnolo: D’Antò piano story per pianoforte a quattro mani e solo (Antonio D’Antò e Paola Vittori)