a Carlo N.
p o e m e t t o


Monte Nebo, panorama

L'INTRUSO.
Non ha bussato l'intruso
approfittando di giovanile
distrazione amorosa e gioia
repentina per studi proficui.
Ha trovato appena socchiusa
la porta di casa o forse la finestra
del bagno una notte d'estate
con le stelle in attesa di essere comete.
Predestinazione o incidente
di percorso come recita
la grammatica della vita quotidiana?
Come rispondere all'interrogativo
che rende angoscioso il mistero
di esistere perché non sceglie
il divenire che si fa esistenza.
Ha scovato l'angolo nascosto
dove prosperare per mesi
diffondendo il veleno nei gangli
vitali. Ha lasciato socchiusa
la porta per il transito libero
del male scambiato
per fatica di vivere.
Così l'uscio ha tollerato il passaggio
di cellule infide che guerreggiando
con la giovinezza e l'ardore
hanno costretto l'interrogatorio
delle repentine analisi cliniche
sfidando la legge delle probabilità.
Si è addensata un'ombra infida
bianca oltre l'ordinario che sfida
la luce del sole per accrescere
la sofferenza dell'incertezza.
Come spiegare l'accadimento
se la fenomenologia è ancora ignota?


Sulla sommità del Monte Nesbo. Il tempio

IL RESPONSO
Il satrapo della scienza si è
presentato tronfio di sicumera
algoritmica decretando il male
diffuso su tutto il corpo ricettivo.
Che fare? Soltanto il sovrano
conosce la chiave d'accesso
alla scienza. La cataratta terapeutica
apre la strada allo strazio delle carni
che vogliono sopravvivere
all'assalto ďel turpe ingannatore.
Non c'è alternativa a tanta certezza
di rinascere ogni volta che la grandine
squassa la precarietà della finzione.
Restare annichilito dall'esercizio
del bene appare incongruente 
a coloro che vorrebbero certezze
immediate. Ma se l'uomo ha scelto
di vivere nell'ombra per paura
della luce del sapere ci sarà
sempre qualcuno che romperà
il teorema e farà dell'esistere
mestiere di dolore per aprire
la strada della verità.
È toccato a te il destino
di tanta sofferenza perché
sei puro come Parsifal nella lotta
contro il male della contemporaneità.
Fallo per te. Premio alla tua nascita,
alla generazione che si nutre
di progenie, al tuo diritto di esistere
per cantare domani di felicità.


Viktor Vasil'ev, Belaja ten' (L'ombra bianca), 1989, olio su tela, 50x40

L'OMBRA BIANCA
Oggi è la dura battaglia con la tua
natura, quella parte di te
che la Sibilla ha decretato
al festino del male senza che tu
lo sapessi e soprattutto lo volessi.
Non ti arrendere al vaticinio
mendace. La strada impervia
del destino ti ha donato calzari
pesanti per non scivolare e cadere
sapendo rialzarti con le sole
tue forze. La volontà fucina
di Efeso ti assisterà come madre
amorosa e sposa prediletta.
Il futuro dei tuoi sogni non può
svanire perché l'energia dinamica
talvolta scema per impenetrabile
calcolo ma resta in potenza
tutto ciò che la mente produce.
E sarà un raccolto se non sontuoso
sicuramente opimo per biodiversità.
La vita terrena ricatta quella interiore
con la sfida del tempo che tenace
si tiene tutto stretto e concede
a tratti soltanto il bene meritato.
Tu godrai i benefici della giovinezza
anche se privata dell'impeto
di qualche avventura tetragona
alla riflessione. Carlo, resisti
alle lusinghe del sonno nella quiete
notturna quando il silenzio
seduce l'oblio e incita all'abbandono
delle prospettive maggioranti
le tue aspirazioni affettive e professionali.
La volta celeste ti nominerà tra i custodi
delle future cittadelle della sapienza
e della scienza perché il dolore
ha tutorato muscoli e sangue
per il tuo avvenire. L'ombra bianca
della paura svanirà per l'ardire
della tua giovinezza appena scalfita.
La pianta rigonfia già
le gemme che pronte a primavera
produrranno il funerale del perfido
male con la rinnovata fioritura
nel risveglio vegetativo della giovinezza.

TORNERAI
Tornerai a correre sulle spiagge
d'arenaria brillante al sole di questo
Mediterraneo numinoso per varie
teogonie. Solcherai a veloci bracciate
le acque cristalline di Odisseo
e di Enea sulle rotte di Paolo
di Tarso e di Belisario per sentirti fiero
erede di genti italiche. Scavalcherai
colline e Alpi verdi ancora di speranza
ramponando per necessità se dovuto
al successo dell'impresa. Godrai
il grande cinema d'autore  e le colonne
sonore dei maestri del suono con altri
addendi delle arti contemporanee
per lenire la sofferenza nell'abitudine
di vivere queste emozioni uniche.


Vaclav Kiml, Prima primavera, 1989, olio su tela, 25x25

O come assistere alla finale
di Champions League e Olimpiadi
di turno che ti precipitano nella globalità
della razza umana. Al Derby
Roma-Lazio sorriderai sornione
nel circo sportivo capitolino
tra plebi accecate e avvelenate.
Nel nuoto libero rinforzerai
la tua natura, anche per cercare
radure nel bosco dove pascolano
caprioli e cerbiatti, raccogliendo
violette ciclamini e fragoline
bagatelle dell'esistenza per sfuggire
alla banalità. Così ergi il muro
della felicità quotidiana. Le piccole
cose di cui si nutre l'anima buona.
Di libri e letture spurie colmo
è non molto il tuo tempo carico
di ingegneria informatica
per professione eletta senza cruccio.
E tu avanzerai appena memore
della primordiale sofferenza
che l'intruso scoperto per subitanea 
investigazione avrà di poco
accantonato il cimiero dell'orgoglio.
L'ombra bianca si disperderà forse
sfilacciandosi nelle luminose
aurore della nuova esistenza.
Troverai la strada per il monte Nebo
dove aguzzando la vista per godere
la Terra promessa e Gerico dalle alte
mura ti apparirà tra palmizi
ulivi e melograni come provvidenza
e sarà l'avamposto per raggiungere
la valle del Giodano dove sorgerà la tua
Gerusalemme. Non poserai le membra
stanche godendo la sacralità dei luoghi.
Soltanto allora deporrai la bisaccia
e il bordone sazio di vita e di fatica.
Ma avrai contato decenni di sofferenza
e di gioia per giungere alla terra sperata.
E avrai dimenticato in parte
la sofferta giovinezza per colpa
dell'intruso giunto nel tuo sangue
per ostacolare la strada per Nebo.
La vita ti ha donato il castigo
immeritato che divinità crudeli
hanno deciso ciecamente. Non c'è
predestinazione ma il mistero
della vita la cui origine è ancora
scomosciuta. La tua pazienza
ha retto la strada per il monte
e l'amore dei tanti ha costruito
l'altare per la preghiera
risuonata nell'antro della Sibilla
ed elevata al cielo creato perenne.
Arriverai alla vetta della montagna
e coglierai i frutti di questa agognata
giovinezza. Gli dei ti hanno assegnato
la missione perché limpido e puro
tu appari e il tempo ha voluto fosse
per sempre monte Nebo.

Agostino Bagnato
Roma, 2 agosto 2024


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