Pieno successo delle due giornate romane dedicate alla celebrazione e alla rievocazione della Rivoluzione d’ottobre, programmate sotto il nome ECHI DALL’OTTOBRE… E NON SOLO! Si è trattato di un programma molto denso di contenuti, sul piano storico, politico, culturale e su quello artistico e dello spettacolo, reso possibile dalla disponibilità di studiosi, giornalisti, scrittori, artisti, attori e musicisti. L’obiettivo era di cogliere i principali aspetti della Rivoluzione d’ottobre e le sue conseguenze in Russia e nel mondo lungo l’arco di cento anni nei vari settori della società.

Il risultato si può dire che è stato raggiunto.

LA TAVOLA ROTONDA

Il primo appuntamento si è tenuto il 26 ottobre 2017 presso l’Istituto Sturzo ed ha riguardato la tavola rotonda dal titolo LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE NELLA SOCIETA’ E NELLA CULTURA RUSSA E OCCIDENTALE, promossa e curata dall’Associazione Culturale “l’albatros”. L’incontro, coordinato da Agostino Bagnato, giornalista, scrittore e direttore della rivista “l’albatros”, ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso e attento alle tematiche sviluppate dai relatori. Tutti hanno messo in evidenza la natura eccezionale dell’evento verificatosi cento anni fa in Russia, nel contesto della Prima guerra mondiale, e le conseguenze che si sono riverberate in tutto il mondo e che ancora oggi non sono del tutto estinte. La presenza di docenti e studenti russi, ospiti della “Sapienza” Università di Roma, testimonia l’attenzione per i temi trattati, la cui attualità è stata sottolineata da tutti.

Giovanni Dessì, segretario generale dell’Istituto Luigi Sturzo, ha aperto i lavori, apprezzando l’iniziativa ed il taglio che è stato dato alla tavola rotonda. Ha ricordato che all’indomani della Rivoluzione, il sacerdote Luigi Sturzo, impegnato nella vita politica italiana, aveva colto l’eccezionalità dell’evento e aveva esortato le autorità laiche e religiose a seguirla con la dovuto attenzione e anche preoccupazione. Si comprendeva che le conseguenze sul piano politico e sociale sarebbero state vastissime.

Subito dopo ha preso la parola Aleksej Bukalov, giornalista e scrittore, direttore dell’agenzia TASS per l’Italia, che ha messo in evidenza gli sconvolgimenti economici e sociali della rivoluzione in Russia, oltre a quelli politici e le conseguenze dello stalinismo, a cominciare dal mondo della cultura e anche in campo religioso. In Russia oggi è presente una lettura critica di quegli eventi, nel tentativo di restituire piena verità. Andrea Margheri, giornalista e direttore della rivista “Gli argomenti umani”, ha posto l’accento sul ruolo della Russia sovietica nello scenario mondiale e il sostegno alle grandi battaglie contro il colonialismo. Nella Guerra fredda la funzione della Russia è stata fondamentale per evitare l’omologazione al sistema capitalistico che avrebbe minacciato la sopravvivenza della stessa Unione sovietica. Maria Immacolata Macioti, sociologa, coordinatrice della rivista “La critica sociologica”, ha presentato aspetti della vita nei paesi avviati sulla strada del socialismo dopo la Seconda guerra mondiale, sottolineando le difficoltà di approvvigionamenti di beni di consumo e anche la scarsa adesione al regime da parte delle élite intellettuali in paesi come Polonia, Ungheria e Moldavia. Maria Serena Veggetti, psicologa e docente alla “Sapienza” università di Roma, ha posto in luce i campi nuovi di ricerca scientifica e umanistica che si sono aperti in Russia dopo la Rivoluzione, di cui Lev Vygotskij è il principale protagonista per le vaste ricadute sul piano educativo, di cui soltanto in questi ultimi decenni si è compresa la grande portata innovativa. Andrea Calabria, pittore e promotore culturale, ha tratteggiato l’impulso che deriva all’artista da un avvenimento sconvolgente come la Rivoluzione d’ottobre, le cui tracce si avvertono per decenni nella coscienza di ciascuno e che riemergono prepotentemente nell’atto creativo. Armida Corridori, docente di filosofia, ha illustrato il ruolo della donne nella preparazione e nella partecipazione alle fasi salienti della Rivoluzione, il cui ruolo è stato fondamentale per delineare la politica della famiglia, dell’educazione e della emancipazione della donna anche sul piano del costume e del sesso nella costruzione della società socialista. Marco Testi, storico e critico letterario, ha analizzato le tracce della rivoluzione e del realismo socialista nella narrativa italiana, a partire da Italo Calvino, Cesare Pavese e Ignazio Silone. Il cineasta Aldo Demartis ho posto a confronto tecniche di ripresa e di montaggio cinematografici nel cinema sovietico e in quello neorealista italiano, evidenziando analogie e richiami che gli storici del cinema dovrebbero ulteriormente approfondire. Infine, Nicola Siciliani de Cumis, pedagogista e presidente dell’Associazione Makarenkiana Internazionale, ha ricordato la percezione dell’eccezionalità presente nella Rivoluzione d’ottobre da parte di Antonio Gramsci proprio alcuni giorni dopo l’assalto al Palazzo d’Inverno e ho evidenziato il ruolo pedagogico di Anton Makarenko la cui eredità è oggetto di attenta disamina in molte parti del mondo.

La serata è stata conclusa da un breve intervento di una studentessa russa, presente a Roma su invito della “Sapienza” per lo svolgimento del corso di laurea a doppio titolo russo-italiano, che ha ringraziato per la splendida serata ricca di emozioni e per avere scoperto aspetti del proprio Paese che non conosceva.

Il video ECHI DALL’OTTOBRE… E NON SOLO! curato da “l’albatros” ho posto in evidenza le ripercussioni nel mondo intero e in particolare in quello coloniale, con la lotta di liberazione dei popoli che segna un capitolo fondamentale della storia del Novecento. Brevi filmati di Lenin, Stalin, Gor’kij, Mao tse Dong, Fidel Castro, Ernesto Che Guevara, Salvador Allende, di molti leader della lotta anticoloniale in Africa e dei poeti Sergej Esenin, Anna Achmatova, Boris Pastenak, Evgenij Evtušenko, hanno reso ancora più intenso il breve racconto della Rivoluzione e delle sue conseguenze nei vari campi della società russa e mondiale.

LA SERATA CULTURALE

La serata culturale il 27 ottobre presso il Centro Russo di Scienze e Cultura è stata un vero e proprio evento per l’enorme partecipazione di pubblico ai tre momenti in cui è stata articolata la manifestazione.

Aleksandr Poležaev, dirigente del Centro Russo di Scienze e Cultura, ha portato il saluto ai presenti ed ha ringraziato l’Associazione Culturale “l’albatros” per avere progettato e programmato l’intero evento. L’inaugurazione della mostra di arte contemporanea, il cui titolo ECHI DALL’OTTOBRE… ha dato nome alla serata, è stata preceduta da un breve intervento di Lucrezia Rubini, storico e critico d’arte, che ha messo in evidenza le ragioni di questi “echi” provenienti da avvenimenti storici lontani, ma la cui potenza originaria non si è ancora esaurita ed accende nella memoria una scintilla creatrice che parla alla coscienza individuale e collettiva. La presenza di opere di grandi artisti russi, italiani e stranieri, tra cui Mikhail Koulakov, Sergej Gončarov, Vladimir Agapov, Sergej Dronov, Ennio Calabria, Salvatore Provino, Gianfranco Baruchello, Renato Guttuso, Augusto Vanarelli, Andrea Volo, Vinicio Berti, Andy Warhol, Rafael Alberti, Werner Stadler, Bertina Lopes, Bruno Ceccobelli, Massimo Luccioli, Giantito Burchiellaro, Nunzio Bibbò, Maryam Bakhtiari, Eugenio Miccini, Salvatore Miglietta è stata giudicata da critici e storici dell’arte una formula positiva per evidenziare i molteplici aspetti della creazione artistica nel celebrare la Rivoluzione, evitando enfasi ed elementi celebrativi. Il ricco catalogo ricostruisce le ragioni della mostra e il tentativo di andare oltre la pittura di storia, dando senso emotivo e intellettivo alla parola “echi” che provengono da quegli eventi all’uomo contemporaneo.

Accanto a questa rassegna di arte contemporanea, è stata allestita una preziosa esposizione di alcuni manifesti dedicati alla Rivoluzione da pittori russi negli anni immediatamente successivi al 1917, rivolti principalmente ai contadini, oltre che agli operai, alle donne e anche ai bambini. Il linguaggio è semplice, efficace, si richiama alla tradizione dei lubki e produce un giusto confronto tra arte popolare e creazione dotta.

Gli attori Valeria Nardella e Renato Capitani hanno letto brani dalle principali opere di Vladimir Majakovskij, Aleksandr Blok, Sergej Esenin, Anna Achmatova, Aleksandr Tvardovskij, Evgenij Evtušenko, Nazin Hikmet dedicate alla Rivoluzione e alle sue conseguenze. I presenti hanno molto apprezzato la scelta dei brani e la recitazione, trattandosi di autori di grandissimo livello poetico, alcuni dei quali non molto noti in Italia.

La serata si è conclusa con l’esecuzione dell’Andante per archi op. 50bis di Sergej Prokof’ev e della Sinfonia per archi op. 110bis di Dmitrij Šostakovič, trascritta da Rudol’f Baršaj dal Quartetto del 1939. Alla testa della John Cabot Chamber Orchestra era Marcello Bufalini che ha diretto i 28 archi dell’orchestra con grande determinazione e fermezza, ottenendo sonorità straordinarie nel contesto del salone nobile di Palazzo Santacroce. Il pubblico ha tributato convinti consensi al maestro e all’orchestra, rivolgendo interminabili applausi nati dall’emozione e dalla commozione.

Il successo della musica di Prokof’ev e di Šostakovič dimostra che l’immenso bacino musicale russo offre possibilità di scelta molto ampie per fare conoscere agli appassionati e al pubblico pagine inesplorate dello stesso repertorio del Novecento. Occasioni come questa sono incoraggiamenti per andare avanti sulla strada dell’ascolto di autori ancora non molto diffusi in Italia.

La serata, che ha goduto del patrocinio dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, si è avvalsa della preziosa sponsorizzazione dell’agenzia Columbia turismo di Roma, al pari della tavola rotonda presso l’Istituto Sturzo.

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Le foto di Polina Efimkova: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16

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